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  • Pesce a “miglio zero” per evitare truffe: le raccomandazioni di Coldiretti

    In questi giorni in cui varie marinerie pugliesi stanno inscenando proteste, cercando di coinvolgere anche parte della marineria termolese, sull’eccessiva  rigidità delle norme europee e nazionali in materia di pesca, Coldiretti Molise e Coldiretti Impresa Pesca tornano a ribadire l’importanza del miglio zero sia per le imprese che per i consumatori.

    Lo scorso 25 settembre, Coldiretti Molise e Coldiretti Impresa Pesca hanno organizzato a Campomarino un incontro divulgativo sul Miglio Zero e la corretta gestione dello smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi prodotti dalle imprese ittiche, coinvolgendo pescatori, ristoratori e amministratori, con l’intento di favorire la nascita di utili sinergie a vantaggio tanto delle imprese quanto dei consumatori finali.

    «Una filosofia, questa del miglio zero, che sempre più imprese ittiche stanno sposando come OP San Basso di Termoli, aderente a Campagna Amica, che effettua anche la vendita diretta a miglio zero presso l’Agrimercato di Campagna Amica a Campobasso. Acquistando pescato a Miglio Zero – spiega Coldiretti Impresa Pesca – il consumatore ha l’assoluta certezza di portare in tavola un prodotto italiano, pescato direttamente dalla persona che lo vende, senza intermediazioni economiche ne passaggi temporali nella rete distributiva che ne potrebbero pregiudicare freschezza e qualità».

    Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo, ed evitare quindi di confondere il pesce di importazione con quello nazionale, il consiglio di Coldiretti Impresa Pesca è quello di verificare l’etichetta del prodotto che, per legge, deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Nel dettaglio, le provenienze sono: Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

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