• News
  • Peste suina africana, Coldiretti Molise: «Non più rinviabile il controllo del cinghiale»

    Misure tempestive per creare una barriera sanitaria, con il coinvolgimento dei servizi veterinari, vigilando oltre che sul piano sanitario anche contro le speculazioni di mercato a tutela degli allevatori e del sistema economico ed occupazionale; monitoraggio continuo consentendo la semplificazione per il contenimento e controllo dei cinghiali,  nelle campagne come pure in ambito urbano. Queste le valutazioni della Coldiretti Molise necessarie a scongiurare la diffusione della peste suina africana (PSA) nella nostra regione, dopo i casi riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria.

    «La peste suina africana, – spiega Coldiretti – colpisce cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Il proliferare della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, adesso più che mai, è argomento indifferibile e bene ha fatto la Regione Molise, attraverso il Servizio Veterinario, a convocare il Comitato Regionale Zooprofilassi, per affrontare l’emergenza peste suina africana. Bisogna stringere i tempi – aggiunge – poiché il rischio della diffusione della Peste Suina Africana (PSA) attraverso i cinghiali è concreto; non è più rinviabile la loro riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie e le azioni di controllo. Occorre – prosegue Ascolese – un’azione sinergica su più fronti intensificando gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti e compensare, nella non auspicabile ipotesi di diffusione del contagio, gli eventuali danni economici alle imprese. Una particolare attenzione – aggiunge il direttore di Coldiretti – va data anche all’elevato rischio di un afflusso non controllato di suini provenienti da fuori regione e possibili portatori di peste».

    Per questo Coldiretti, come sollecitato dal Comitato Regionale Zooprofilassi, sensibilizzerà i propri soci, sia che allevino suini a livello intensivo che per autoconsumo, a segnalare tempestivamente al Servizio Veterinario eventuali morti sospette di capi in azienda, come anche in caso di ritrovamento di carcasse di suini o cinghiali sui propri fondi.

    In Molise, ricorda Coldiretti, ci sono oltre 5000 allevamenti (di cui circa il 95% a gestione  familiare per autoconsumo, aventi in media 3 capi ad allevamento), con circa 20mila mila capi complessivi.

    «Non vorremmo, – conclude Ascolese – che la filiera dei suini che annovera in Molise eccellenze produttive con investimenti in risorse e marketing da parte degli allevatori suinicoli, subisse ripercussioni per una vicenda che è, ed auspichiamo rimanga,  ben lontana da noi».

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento