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  • Piscina, tempi lungi per la riapertura: la partenza dei nuovi lavori solo a fine febbraio

    Come anticipato da l’Eco online, la piscina comunale in località Tiro a Segno non riaprirà i battenti. Restano a casa gli oltre 200 iscritti molti dei quali hanno deciso di emigrare a Isernia per svolgere corsi di nuoto e attività legate alla vasca.  L’impianto altomolisano, chiuso il 31 ottobre dello scorso anno, necessità di importanti lavori in merito all’efficientamento energetico in modo tale da abbassare i costi di luce e gas tra le principali cause che hanno spinto la Hidro Sport, società gestrice della struttura, a chiudere i battenti.

    Sul tavolo 390mila euro, fondi della Strategia nazionale aree interne (Snai) che serviranno per il rifacimento degli spogliatoi, l’installazione di una caldaia a condensazione e la riparazione di una falla nella vasca. Inoltre, problema non di poco conto, è il rifacimento della copertura in pvc che causa ingenti dispersioni termiche. Per sopperire a ciò si pensa ad una nuova copertura in legno lamellato. Tuttavia la gara d’appalto non partirà prima di febbraio con la fine lavori fissati in almeno tre mesi. In estrema sintesi gli appassionati di nuoto, acquagym e altre discipline, dovranno mettersi l’anima in pace e attendere tempi migliori. D’altronde in alto Molise non è una novità.

    Nel frattempo alla Tgr Molise, il sindaco di Agnone, Daniele Saia ha annunciato di convocare un’assemblea pubblica per metà febbraio con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza e trovare soluzioni imminenti. Tra queste la creazione di una comunità energetica per auto-produrre energia e dirottare quella eccedente sulla piscina. Iniziative che andavano prese in passato per scongiurare quanto è accaduto a fine ottobre. A tal proposito il responsabile della Hidro Sport, Toni Oriente aveva lanciato messaggi inequivocabili, purtroppo rimasti inascoltati. Intanto la notizia della mancata riapertura sta provocando accuse e polemiche da parte della cittadinanza che vede venir meno l’ennesimo servizio al territorio che coinvolgeva un’utenza proveniente anche dai comuni limitrofi dell’alto Vastese e Sangro.

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