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  • Polizia provinciale discriminata: stessi rischi, ma meno tutele giuridiche e previdenziali

    «Doveri di serie A, ma diritti di serie B». E’ questa la sintesi di un appello urgente inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alla Ministra dell’interno Luciana Lamorgese dall’ Associazione Italiana Agenti ed Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP).

    L’associazione professionale degli agenti di polizia locale delle Province e delle Città Metropolitane (circa 1800 operatori in tutta Italia), ricorda come, su disposizione dei Prefetti, «sia attualmente consistente l’apporto di questo personale per concorrere al rispetto delle disposizioni sul distanziamento sociale e per il rispetto delle vigenti regole sulla mobilità dei cittadini. Il problema evidenziato risiede in una svista, ancora non sanata, contenuta del c.d. “Decreto sicurezza” del 2017. Agli agenti di polizia municipale era stati estesi alcuni benefici in materia di equo indennizzo e spese di degenza, già in precedenza attribuiti ai poliziotti statali delle forze dell’ordine (CC,GDF, Polizia di Stato). In pratica, nel caso di ferimento in servizio, solo gli agenti di polizia locale di Province e Città Metropolitane restano esclusi da questo istituto giuridico, con una discriminazione palesemente incostituzionale. Il tema si ripropone oggi in fase di emergenza Covid-19: le pattuglie di polizia provinciale utilizzate sulla rete viaria secondaria e nelle aree extra-urbane, come nel caso dei posti di blocco, sono esposte ai medesimi rischi degli altri operatori di polizia, ma con tutele giuridiche e previdenziali ingiustamente minori. Per l’AIPP l’attività parlamentare di conversione dei vari decreti-legge governativi in materia di emergenza coronavirus deve essere l’occasione per una tempestiva abolizione di questa assurda sperequazione».

     

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