• Editoriale
  • Promesse o favole, l’importante è (non) crederci

    Onestamente l’età delle favolette è passata. Gli amministratori che governano un Comune dovrebbero saperlo. Eppure c’è chi si ostina a credere ancora alla Befana. Prova evidente quanto espresso dal primo cittadino di Agnone durante l’ultimo consiglio comunale.

    “Il 26 aprile scorso – ha dichiarato Carosella – io e la giunta comunale abbiamo incontrato il presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura che sul futuro del San Francesco Caracciolo ci ha fornito ampie rassicurazioni”.

    Wow! Notiziona da prima pagina.  E sapete perché? Perché davanti l’atrio dello stabilimento sanitario nelle ultime settimane hanno effettuato qualche lavoretto. Questo – ha lasciato intendere Carosella – dovrebbe indurre un intero territorio a credere che il “Caracciolo” sopravviverà.  Doppia notiziona.

    Ebbene ce lo auguriamo di cuore, ma noi siamo come San Tommaso. Se non tocchiamo con mano non crediamo. Il tempo delle favolette sinceramente è trapassato. Siamo abituati a parlare con i fatti e non dando credito a promesse che riteniamo da strapazzo. Perché oggi la realtà è una e una sola. Sotto gli occhi di tutti. Cioè quella che vede un ospedale in agonia e che nel 2016 annoterà il pensionamento di sette medici (come riportato nell’ampio reportage de L’Eco dell’Alto Molise del numero di aprile). Repetita iuvant: sette medici.

    E ancora, sapete l’ultima assunzione a tempo indeterminato a quanto risale? Anno 2002. Dodici anni fa. E allora di cosa parliamo? Del sesso degli angeli?

    Basterebbe questo, ma andiamo oltre, perché Carosella in consiglio comunale ha fatto intendere di aver parlato con un uomo d’onore, nel senso buono dell’espressione. Come se, il nostro sindaco, avesse già dimenticato la famosa firma apposta da Frattura in quel di Venafro davanti il comitato pro Santissimo Rosario. In quell’occasione, Frattura con al fianco il sindaco Sorbo, si impegnava a non far morire l’ospedale venafrano. Peccato che solo qualche giorno fa 300 e più venafrani sono scesi in piazza per contestare le decisioni della Regione che vorrebbe lo smantellamento del SS Rosario. E allora di cosa parliamo?

    Restano le opere davanti il ‘Caracciolo’. Lavori mastodontici che a detta di Carosella dovrebbero indurre all’ottimismo. D’altronde la storia insegna che in Italia strutture consegnate “chiavi in mano” o dopo aver subito un attento restyling, sono state sempre adoperate per il bene della collettività… Così invece di discutere e pretendere contratti e nuove assunzioni, nero su bianco, ci si affida alle promesse o alle favolette…

    di Maurizio d’Ottavio

     

     

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