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  • Pullman vecchi e inaffidabili, la rabbia dei pendolari della Val di Sangro

    AGNONE. Trasporti. Una semplice parola che per gli abitanti dell’alto Molise e dell’alto Vastese corrisponde quasi ad Utopia. Un concetto non ben definito così come non è definita la principale compagnia che consente ai cittadini di spostarsi.

    Dopo aver declamato la tanto attesa (e temuta) fusione, Atm (Azienda Trasporti Molisana, ndr) ha perso uno dei suoi principali componenti. La Sati, è tornata ad operare autonomamente. Davanti a questo ulteriore cambiamento, però, quasi tutti i cittadini sono rimasti in silenzio, inermi. Almeno fino ad ieri quando un nostro lettore ha deciso di contattarci.

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    «Lavoro in una delle fabbriche della Val di Sangro» ha attaccato il giovane che chiameremo Luca (nome di fantasia). «Viaggio, perciò, tutti i giorni su quel pullman che mi porta al lavoro, insieme a molte altre persone. Effettivamente, la nostra è l’unica linea che viaggia sempre al completo, perfino ad agosto e che accoglie lavoratori che provengono addirittura da Venafro. Si, da Venafro si svegliano anche alle tre del mattino per arrivare a Carovilli e salire a bordo del bus che passa per Agnone e ci porta in ditta» ha continuato il ragazzo prima di arrivare al motivo che lo ha spinto a scriverci: «Da quando la Sati è uscita dal circuito Atm, però, la faccenda sta diventando difficile. Viaggiamo tutti i giorni su corriere sporche; ora, non vogliamo pullman da gran turismo, questo no, però che ci facciano salire su un mezzo sicuro, almeno».

    Che cosa intendi con “mezzi sicuri”, Luca?
    « Ti racconto l’ultima. Questa mattina (si riferisce al giorno in cui ci ha scritto, ndr) alle 4.20 abbiamo dovuto cambiare autobus poiché quello su cui eravamo ci ha lasciati a piedi. Si tratta di corriere che percorrono anche un totale di circa 600 chilometri al giorno (Carovilli-Agnone-Val di Sangro andata e ritorno per tre volte al giorno, ndr). Non credo, in tutta onestà, che si possa pensare di usare veicoli così mal messi».

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    Oggi, perciò, avete avuto un contrattempo. Come la mettereste sul lavoro, se ricapitasse?
    «Questo è un altro problema. Con le nuove politiche aziendali, ci sono concessi dei ritardi solo durante la stagione invernale. Altrimenti non abbiamo scuse».

    Dunque, una volta a bordo, voi non potete far altro che sperare che quel giorno la macchina non si guasti.
    «In altre parole: si. Soprattutto perché di lavoro uno ne abbiamo e, si sa, vogliamo tenercelo stretto». (Nelle foto scattate da un operaio quello che è successo durante un viaggio)

    Giovanni Giaccio 

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