• Editoriale
  • Quei mezzucci per fregare i lettori

    TURLUPINARE v. tr. [dal fr. turlupiner, der. di Turlupin, attore comico del sec. 17°] (io turlùpino, ecc.). – [trarre in inganno qualcuno approfittando della sua ingenuità] ≈ abbindolare, (fam.) bidonare, (non com.) circonvenire, circuire, (ant.) ciurmare, (pop.) fare fesso, (pop.) fregare, frodare, gabbare, imbrogliare, (fam.) infinocchiare, ingannare, irretire, (pop.) minchionare, raggirare, (non com.) ravviluppare, truffare, (ant.) uccellare.

    Vocabolario alla mano, è quello che mi è venuto in mente questa mattina vedendo un mio vecchio articolo del luglio 2011 ripubblicato giorni fa dalla testata on line per la quale scrivevo fino a poco più di un mese fa. Si tratta di un articolo di colore che vede coinvolti la principessa Kate d’Inghilterra e un noto pasticciere agnonese (vedi foto accanto, ndr).

    kate

    Qual è il senso di questa cosa? Mi sono chiesto. Perché il giornale on line di proprietà dell’avvocato Antonio Cilli di San Salvo ripubblica un articolo di tre anni fa, tra l’altro a firma di un giornalista, il sottoscritto, che non scrive più per quella testata?

    Domanda legittima, no?

    A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

    Forse si è trattato di un mero errore, come quando per giorni, dopo l’addio di Maurizio d’Ottavio, Giovanni Giaccio e del sottoscritto a quella testata, qualcuno, forse addirittura un collega, ha continuato ad utilizzare le nostre foto a corredo di qualche articolo. Errore? Forse, ma con colpa cosciente di qualche collega distratto o scorretto.

    O forse si è trattato di un maldestro tentativo di turlupinare, cioè di fregare appunto, i lettori, facendo credere, con la pubblicazione di un pezzo vecchio di tre anni, che il sottoscritto fa ancora parte di quella redazione. Un piccolo imbroglio, giocato sull’equivoco, al fine di non far crollare definitivamente i contatti di quella testata. Perché in poco più di un mese (siamo on line dall’11 marzo, ndr) la quasi totalità dei lettori di quella testata ci ha seguito sul nuovo portale di riferimento www.ecoaltomolise.net. Perché erano e sono lettori nostri, non certo di un presunto brand. Lo dicono i numeri di Google Analytics: 28.376 visitatori unici , 65.289 visite, 111.616 visualizzazioni di pagina. In un mese e due giorni. 

     

    I diritti di proprietà dei contenuti, foto e articoli, di chi sono? Dell’autore ovviamente, cioè dei giornalisti che li cedono all’editore in cambio di uno stipendio, di un compenso, sempre più spesso di una elemosina. Solitamente funziona così. Nel caso in esame però, l’editore (o presunto tale) non ha pagato né stipendi, né compensi, né elemosine ai giornalisti, per anni, salvo dividere qualche spicciolo di introiti derivanti da pubblicità nell’ultimo mese. Quindi i diritti di testi e foto sono nostri, dei giornalisti.

    E sarebbe opportuno e corretto, nei nostri confronti, che non si arrivasse a questi mezzucci solo per evitare il crollo verticale del numero di lettori. Anche perché cosa dovrebbero leggere, lì, i lettori? Per fare un giornale locale, ci vogliono giornalisti sul posto. Semplice. Un editore di rango dovrebbe saperlo.

    Magari da un punto di vista prettamente formale e legale Cilli, che è avvocato e se ne intende di cavilli e clausole vessatorie, può anche fare quello che sta facendo, anche se nutriamo in merito più di qualche dubbio, ma la correttezza, nei nostri confronti e soprattutto nei confronti dei lettori, imporrebbe di non giocare sporco, di non ricorrere a questi espedienti tipici di chi è ormai alla frutta.

    pirateria

    Avremmo voluto indirizzare queste obiezioni al nuovo direttore responsabile della testata, perché solitamente tra colleghi è più semplice capirsi e soprattutto non si usano scorrettezze del genere, ma consultando i nomi presenti nella sezione “Redazione” apprendiamo addirittura che quella testata non ha, al momento, un direttore responsabile.

    Delle due l’una, o si tratta di stampa clandestina oppure il direttore è quello di prima, degli ultimi quattro anni, cioè io. E sarebbe ancora più grave, visto che sarei ancora direttore, ma a mia insaputa.

    Vorrà dire che bisogna verificare in Tribunale a Vasto, a quale direttore responsabile corrisponde il numero di registrazione riportato in calce al sito, questo “Reg.Tribunale di Vasto n.117 del 19 Giu 2007”. Sperando che non sia farlocco pure questo.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

     

     

     

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.