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  • Quote rosa in giunta: Pescopennataro comune virtuoso, male gli altri centri dell’Alto Molise

    PESCOPENNATARO – Se si tratti di misoginia dei sindaci altomolisani o di scarso interesse da parte delle donne per la politica locale non è stato ancora accertato. Certo è invece che sono diverse le giunte comunali dell’Alto Molise che non assicurano una paritetica rappresentanza di genere in senso all’esecutivo. Abbiamo già parlato del caso di Vastogirardi, dove il sindaco Luigi Rosato, a dispetto del nome non ha rispettato le cosiddette quote rosa ed ha infatti elevato al rango di vicesindaco Filippo D’Aloisio e Remo Scocchera a quello di assessore. Giunta “maschia” dunque per Vastogirardi, ma il Comune amministrato da Rosato è in buona compagnia per quanto riguarda il mancato rispetto delle quote rosa. A Pietrabbondante, ad esempio, il geometra Antonio Di Pasquo sarà supportato nell’azione amministrativa dal vice Franco Ciarlone e dall’assessore Claudino Casciano, altri due maschi altomolisani dunque. Stesso discorso per Castel del Giudice, dove lo storico sindaco Lino Gentile ha nominato Claudio Cenci vice sindaco e assessore Remo Gentile. Più attento alla rappresentanza di genere paritaria primo cittadino di Carovilli: Antonio Conti ha scelto come suo vice Simone Nuosci, mentre nel ruolo di assessore al Bilancio ci sarà Jenny Iacovone, una donna dunque, laureata in Economia e Commercio. A Belmonte del Sannio il problema non si pone affatto visto che il sindaco è una degna rappresentante delle quote rose, l’avvocato Anita Di Primio. La sindaca ha scelto come collaboratori in giunta Walter Paglione e Michele Di Primio. Comune decisamente virtuoso, con una sindaco e una vicesindaco donna, quello di Pescopennataro: Carmen Carfagna, che cinge la fascia tricolore, ha nominato suo braccio destro Lucrezia Marchetti, mentre l’ex primo cittadino, Pompilio Sciulli, è l’altro assessore. Una scelta controtendenza, dunque, quella di Pescopennataro e in linea con quanto stabilito da norme, leggi e regolamenti in materia di pari opportunità. Il Testo Unico sugli Enti Locali prevede, ad esempio, che gli statuti comunali stabiliscano norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna e per garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte (art. 6 TUEL); il sindaco nomina i componenti della giunta, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi, (art. 46, c. 2, TUEL). L’art. 1, c. 137, della legge n. 56/2014 ha previsto che “nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”. Pertanto, per i Comuni con popolazione fino ai 3 mila abitanti, cioè quelli dell’Alto Molise, non ci sono disposizioni e limiti precisi a garanzia delle pari opportunità, ma solo disposizioni di principio, con la precisazione che la giurisprudenza amministrativa afferma che le norme dettate dai citati articoli 6, 46 e 47 del TUEL non devono essere considerate norme di valore programmatico ma precettive, ciò anche nel rispetto dell’art. 51 della Costituzione italiana che sancisce proprio il principio generale delle pari opportunità. Alla luce di questo i Comuni di Vastogirardi, Pietrabbondante e Castel del Giudice sarebbero inadempienti perché non rispettano, nella composizione delle giunte, l’equilibrio di genere. Ovviamente non succederà assolutamente nulla, perché non esistono controlli sistematici sulla composizione dell’esecutivo nei piccoli centri montani. Solo qualora venissero presentati ricorsi al Tar i giudici amministrativi dovrebbero provvedere a prendere una decisione e magari  sciogliere gli organi locali rei di non applicare la legge e ordinare ai sindaci di rinominare giunte di ambo i sessi. Oppure, come è accaduto in Abruzzo, su sollecitazione della consigliera per le pari opportunità.

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