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  • A Roma per il Caracciolo, Enrica Sciullo: “Volevo mollare tutto, ma con questi giovani è impossibile. Grazie a loro continueremo a lottare”

    AGNONE. “Avevo deciso che la manifestazione di Roma sarebbe stato l’atto finale del mio impegno, nato anni fa, a salvaguardia del Caracciolo, tuttavia vedere tanti ragazzi impegnarsi in prima persona, pagarsi il biglietto, nonché animare per un’intera giornata piazza Montecitorio,  mi ha fatto ricredere e mi sprona, come altre tante persone, a proseguire una battaglia di civiltà la quale va combattuta in ogni sede opportuna”. E’ quanto dichiara Enrica Sciullo, portavoce del comitato civico ‘Il Cittadino c’è’ all’indomani dell’iniziativa promossa nella Capitale per avere garantito il diritto alla salute nelle zone periferiche del Paese dove c’è chi pensa di azzerarla con un colpo di spugna.  “Non ho parole per definire quanto fatto da questi ragazzi che oggi rappresentano il futuro delle nostre martoriate aree di montagna – ammette la Sciullo -. Sono orgogliosa di loro perché ci hanno dato una lezione di vita che rimarrà scritta negli annali della storia. Se questa lotta parte da loro, allora vuol dire che esiste ancora una speranza per continuare a vivere in un territorio che qualcuno, per una mera legge di numeri, vuole vedere soccombere”. Nel rilasciare queste dichiarazioni a l’Eco online,  la Sciullo quasi si commuove. “Abbiamo dovuto dire no a tanti altri ragazzi minorenni che volevano essere a Roma  – riprende la portavoce del comitato – in effetti e come se ci fossero stati perché ci hanno spinto a fare sentire anche la loro voce sotto i palazzi del potere”. Proprio quei palazzi dove una delegazione dei vari comitati e il Soa hanno incontrato il capo della segreteria del ministro alla Sanità, Massimo Paolucci. “E’ stato un incontro molto positivo – riprende la Sciullo -. Paolucci ha ascoltato  attentamente le nostre problematiche ed in particolar modo quelle vissute in posti dove attualmente non esiste una rete di emergenza – urgenza sicura. Dopo aver recepito i gravi disagi vissuti quotidianamente in ambito sanitario, il capo della segreteria del ministro Speranza ci ha dato ampie rassicurazioni su un impegno che lo vedrà in prima linea per le strutture periferiche.  Passaggio fondamentale sarà l’approvazione a fine mese del Patto per la Salute, dopodiché ci ha invitato a tornare a Roma nel mese di gennaio, cosa che sicuramente faremo”. Insomma, dopo quanto fatto con il sottosegretario Pierpaolo Sileri, si apre un altro spiraglio per salvare l’ospedale di frontiera di Agnone dove a metà gennaio dovrebbe arrivare pure il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, il quale, parlando della riorganizzazione degli ospedali molisani ha detto che la prima cosa da fare è bocciare il Pos. Compito che spetterà ai ministeri competenti. A patto che lo si voglia veramente…

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