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  • Sanità, monsignor Bregantini:
    «Basta con un ospedale contro l’altro»

    “L’economia non cerchi la chiave d’oro egoistica e privatistica”.

     

    Il duro attacco  dell’arcivescovo di Campobasso – Bojano S.E. mons. GianCarlo Bregantini durante l’omelia del Solenne Pontificale da lui presieduto per il 126° anniversario delle Apparizioni (22 marzo 1888) della Madonna Addolorata di Castelpetroso, Patrona del Molise. Di fronte ad un’assemblea di migliaia di pellegrini, devoti, autorità civili e militari il tono mesto  ma incisivo  del Presule di Campobasso ha scosso, nel suo appello per un’economia solidale, l’attenzione dei presenti per muovere le coscienze e  l’anima  verso una presa di coscienza reale dei problemi che affliggono la nostra società. Un messaggio sociale che parte dalla corposa esortazione apostolica di Papa Francesco, Evangelii Gaudium,  fino al contesto economico e sociale in cui versa il Molise:   No alla ricerca spasmodica del guadagno, del denaro che domina, invece di servire; no all’egoismo.

    «Non una chiave d’oro che ciascuno di noi ricerca per sé ed esclude gli altri, anche con la guerra, i litigi e le contrapposizioni ideologiche e politiche, ma invece un cuore d’oro che sa accogliere, abbracciare, includere, servire, gioire per l’altro, amare con gratuità se:

    Se guardo con Fede che si fa speranza , cioè energia che ci spinge oltre il difficile momento  della crisi. Investire, intraprendere non in spazi di potere ma di trasformazione.

    Se chiediamo un cuore regale, un cuore d’oro, che abbracci il fratello che sanguina, che vive la disoccupazione, la mobilità. Questa è la via della Casa: la solidarietà, l’incontro, l’abbraccio.

    Se questa luce ci aiuta a camminare insieme verso le mete di luce e speranza, nel nostro Molise. Compattezza nelle famiglie, unità nelle coppie, forza vincente nelle case. Nei paesi cresca l’arte del gareggiare nella stima, che fa collaborare maggioranza e minoranza, per il bene di tutti. Nelle chiese quell’apertura fraterna e la capacità di collaborare tra le parrocchie vicine.

    Se l’economia non cerchi la chiave d’oro egoistica e privatistica. Ma la ricerca del bene di una terra, di un popolo. Non speculazione. Per un’economia solidale, unitaria, condivisa, partecipativa.

    Se la politica  crei il gusto di una vita piena, fatta di cammino insieme, forze politiche unitarie, non per spartire ma per uscire insieme dai problemi. Come nel Consiglio regionale che ci auguriamo di riavere efficiente e fattivo ed operativo in breve tempo. No a tempi morti. No a spazi di potere egoistico.

    Se la sanità diventa INTEGRAZIONE per la città: non uno contro l’altro, non un ospedale contro l’altro, ma una vera cittadella della Salute, dove le competenze  di una struttura aiutano tutti, tutto un territorio, intero, insieme, ad avere una qualità migliore del servizio e di cura.

    Se c’è solo un cuore regale, un cuore d’oro. La chiave d’oro dell’egoismo illude. Non esiste.  Per rendere tutto il Molise una vera “basilica”».

    Partendo dai sette punti indicati nell’omelia il vescovo Bregantini ha voluto rivolgere , nello specifico,  un duro appello all’annosa situazione in cui versa la sanità molisana ed in modo particolare alla salvaguardia e tutela del polo di eccellenza molisana dell’ex Cattolica intitolata al santo Giovanni Paolo II che benedì la prima pietra del Centro di Ricerca Medica e Biomedica,  il 19 marzo 1995  a Campobasso.

    «Occorre un cambio di coscienza e di mentalità. Sono certo – ha concluso Bregantini- che i  tempi lunghi, il momento di riflessione con le autorità religiose di Roma e Milano sono un silenzio  fecondo, non chiassoso.  Non scendiamo  in piazza ma lavoriamo insieme con etica e corresponsabilità al servizio dei cittadini. Insieme, con dialogo e saggezza perseguiremo obiettivi  che porteranno  certamente ad una INTEGRAZIONE per la città e per tutto il Mezzogiorno».

    Il presule, nel suo tono pacato ma severo, punta il dito contro una “mentalità” che non ha saputo interiorizzare la “bellezza” di un Centro nato per essere un polo di alta specializzazione, voluto in una zona centrale della penisola, pensato come  snodo e faro di speranza per tanti pazienti del Centro Sud Italia. L’occasione data  dalla nascita del Centro  della Cattolica in Molise non è stata colta né  compresa  a fondo nel corso di questi anni.  Nel 2015 si segna il ventennale della prima pietra di un’opera fortemente voluta dalla Chiesa locale in  armonia con la sede della Cattolica, un  segno tangibile della Carità cristiana rivolta alla persona umana. Per colpa della miopia di tanti questa opportunità di crescita culturale e, se vogliamo, spirituale rischia di essere vanificata. I richiami  forti alla solidarietà, al senso della “casa” risuonano, dal Santuario che consacra la sofferenza  come redenzione dell’uomo,    e speriamo entrino nel cuore e nella mente ti tutti, per far si che gli scontri annosi su una sanità “malata” si trasformino, ha ribadito più volte Bregantini, in una cittadella della  salute dove tutti lavorano in armonia  per il bene della persona umana. La città della pace diviene la città della salute, perché non c’è pace se non c’è serenità, anche nel corpo. Dunque un insegnamento incisivo ma  anche  perentorio nel richiamo all’unità che  può travalicare i confini  dell’egoismo per essere a servizio di tutti.

     

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