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  • Sanità: ospedale ‘Caracciolo’, scoppia il caso della Tac

    AGNONE. Il mancato utilizzo di una Tac h24 mette a serio rischio i servizi offerti dal reparto di Medicina e dei sanitari del Pronto soccorso. Il problema è stato accentuato in questo periodo invernale con spostamenti assai difficoltosi dal San Francesco Caracciolo di Agnone all’ospedale di Isernia. Spesso, infatti,  per effettuare una Tomografia assiale computerizzata è capitato che a trasportare i pazienti dai centri dell’Alto Molise è stato chiamato in causa il 118 il quale ha lasciato scoperto un intero territorio per quanto concerne l’emergenza – urgenza. Una sorta di servizio taxi che offende la professionalità di operatori formati per salvare vite umane. E questo avviene malgrado al Caracciolo sia presente, seppur obsoleta (risale al 2000), una Tac che tuttavia viene messa in azione solo quando è presente il radiologo. E questo è il vero problema considerato che all’intero del laboratorio di Radiologia c’è una sola figura professionale oltre ai tecnici. Inoltre non bisogna dimenticare un altro aspetto.

    Ovvero quello dell’utilizzo della Tac con il mezzo di contrasto che comporta l’indispensabile presenza di un anestesista, mosche bianche nell’ospedale agnonese. A denunciare lo stato di cose, ancora una volta, è l’assessore comunale con delega alla Sanità, Edmondo Amicarelli. “L’ultimo caso della signora di Belmonte del Sannio – esordisce l’esponente della giunta Marcovecchio – riporta all’attenzione l’importanza dell’utilizzo del macchinario il quale funziona a corrente alternata in considerazione della cronica carenza di specialisti. Un fatto gravissimo che nonostante i richiami ed esposti alla Procura non è stato ancora risolto da chi di dovere. A pagarne le pesantissime conseguenze – rimarca l’assessore – è una utenza, in particolare anziani, che malgrado paghi le stesse tasse di chi vive in centri più grandi, non ha diritto ad avere gli stessi servizi”. Quello della Tac è solo uno dei tanti problemi che ormai attanaglia da anni la struttura sanitaria di frontiera a cavallo tra il Molise e l’Abruzzo. “L’ondata di maltempo con le  imponenti nevicate delle ultime settimane  – riprende Amicarelli – ha messo a nudo le criticità di un ospedale fino a pochi anni fa fiore all’occhiello dell’intera regione. Non poter contare h24 su figure come un cardiologo, anestesista, pediatra, ginecologo non è più ammissibile per l’unico presidio sanitario della zona”. Amicarelli, che nei prossimi giorni (23 gennaio, ndr) incontrerà il governatore Donato Toma e contestualmente ha chiesto un faccia a faccia con il commissario ad acta, rivendica con forza lo status di ospedale di area disagiata. “Non pretendiamo la luna, bensì quanto ci spetta e scritto nel decreto Balduzzi che riconosce il nostro ospedale di area disagiata. Di tempo se n’è perso abbastanza. Siamo stufi di promesse e accordi puntualmente inattesi che allontanano l’utenza fuori regione contribuendo ad incentivare la mobilità passiva, come pure  verso strutture private a favore dei soliti noti – sottolinea Amicarelli –. E’  arrivata l’ora di smetterla con le prese per i fondelli. Il popolo altomolisano, lo dico a centrodestra e centrosinistra, merita rispetto e maggiore attenzione senza ma e senza se. Al tempo stesso – conclude – intendo ringraziare di cuore quanti tra personale medico ed infermieristico, tra mille difficoltà, continua con abnegazione a garantire la propria professionalità”.

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