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  • Seimila operai ammassati in Val di Sangro, i sindaci spiegano al premier Conte cosa è un vero «assembramento»

    ATESSA – Quarantuno sindaci del Chietino chiedono «misure più restrittive», ossia la chiusura di tutte le attività economiche e industriali non indispensabili della Val di Sangro. Lo fanno con una lettera al premier Conte e al presidente della Regione Marsilio.

    Di seguito alcuni passi della lettera aperta firmata dai sindaci del Sangro-Aventino e Vastese.

    «Consapevoli del crescente numero di contagi e della necessità di ridurre i contatti interpersonali, riteniamo che la nostra funzione di rappresentanza debba esplicitarsi nel segnalare le perplessità e le preoccupazioni manifestateci quotidianamente dai nostri concittadini. La riduzione delle libertà individuali è stata percepita come necessario sacrificio al fine di garantire un bene maggiore quale l’incolumità di tutti e la salute pubblica. Sono gli stessi cittadini che chiedono di fare di più, di garantire misure di tutela più ampie affinché gli sforzi individuali non vengano vanificati. La sospensione delle attività didattiche, la chiusura dei bar, ristoranti e varie attività commerciali, i sacrifici economici delle piccole imprese locali risultano vanificati dalla simultanea apertura delle fabbriche ed impianti industriali che producono beni di non prima necessità. Le famiglie vivono situazioni paradossali e di grande ansia: mentre ai bambini viene giustamente imposto di stare a casa, ai genitori viene chiesto di recarsi a lavorare in fabbrica dove ci sono grandi assembramenti e il rischio di contagio è elevato. I trasporti pubblici per raggiungere le sedi di lavoro non garantiscono gli standard di sicurezza né tanto meno è pensabile ipotizzare di recarsi al lavoro con un’unica auto con a bordo più dipendenti. In un’area di poco meno di un chilometro, in Sevel, si riversano ben seimila lavoratori provenienti da varie zone dell’Abruzzo (e anche dal Molise, ndr). Non spetta forse a noi ribadire che il bene prioritario è la salute e che in una situazione di emergenza gli interessi economici debbano essere posposti di fronte alla tutela della vita? Pertanto si chiede di prendere provvedimenti adeguati seppur forti e imponenti, al fine di tutelare la salute dei nostri lavoratori».

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