• In evidenza
  • Sfiducia al sindaco di Agnone, la mozione non passa ma in aula volano gli stracci

    AGNONE – Come da previsione, la mozione di sfiducia al sindaco Lorenzo Marcovecchio, presentata dal consigliere di minoranza, Vincenzo Scarano, non passa. A Palazzo San Francesco, in una sala consiliare piena come non mai, a votarla a favore i due gruppi di opposizione che tuttavia non riescono nell’intento di mandare sotto la maggioranza. Mentre si astiene anche l’assessore dimissionario Annalisa Melloni.

    L’ex titolare del Bilancio, seppur ribadendo il no contrario all’installazione della centrale a biomasse, dopo aver accusato il primo cittadino di mancata concertazione con i suoi più stretti collaboratori, non se l’è sentita di votare  con le minoranze sul presunto conflitto d’interesse attribuito al sindaco per via di una collaborazione con un legale romano a sua volta socio della società Circeo Agricola srl, promotrice dell’impianto a biogas in alto Molise. Nessun conflitto d’interesse neanche per la segretaria comunale Teresa Miraldi che, chiamata in causa, ha sottolineato di non aver riscontrato alcuna disfunzione in tutta la procedura e ha  rivendicato il ruolo di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. Hanno deciso di astenersi l’ex assessore Annalisa Melloni e l’ex vice sindaco Linda Marcovecchio. Quest’ultima ha utilizzato parole al vetriolo contro l’attuale maggioranza tacciata di non aver concordato la decisione sulla centrale a biomasse. Anticipando la formazione di un gruppo indipendente, la Marcovecchio ha parlato di profonde lacerazioni nella maggioranza e di come la stessa ha mancato di rispetto nei confronti dei comuni limitrofi insorti all’indomani della notizia sull’installazione dell’impianto. Nel roboante intervento, l’ex esponente della giunta si è tolta numerosi sassolini dalla scarpe tra i quali, su tutti,  il mancato appoggio da parte di esponenti di centrodestra alle scorse regionali. La geologa e docente, inoltre, ha spinto il sindaco a rivedere la situazione delle quote rosa in giunta dove attualmente non è garantita la presenza di donne stabilita dalla legge Delrio.  Al tempo stesso pesantissime le accuse mosse al primo cittadino dai consiglieri di opposizione Daniele Saia e Vincenzo Scarano  tra i principali responsabili di tutta la vicenda che di fatto ha portato alle dimissioni di due assessori. “Aveva il dovere politico e morale di concertare la scelta dell’impianto con cittadini e amministratori” le parole di Saia e Scarano, che poi hanno rincarato la dose: “Se come opposizioni non avessimo sollevato il caso non sarebbe mai emerso il rapporto di collaborazione con il legale romano socio della Circeo Agricola srl. Reputiamo tutto ciò di una gravità inaudita che dovrebbe portare Marcovecchio alle dimissioni. Sappiamo che non lo farà perché è meglio tirare a campare che tirare le cuoia. Resta il fallimento di un progetto senza alcuna programmazione e ormai alla deriva”. Ed ancora, ha detto Scarano: “In tre anni e mezzo di gestione della cosa pubblica, riscontro il nulla assoluto da parte di amministratori inattivi che vengono in consiglio solo ed esclusivamente ad alzare la mano. Agnone merita ben altro visto che resta il comune capofila di un intero territorio”. In definitiva Marcovecchio resta in sella, ma le accuse e le invettive scagliategli contro anche da due sue ex fedelissime continueranno a far parlare. Su questo tutti sono d’accordo. Intanto entrano in giunta Giuseppe Verdile e Giovanna Gigliozzi, mentre sui banchi di minoranza al posto di Maurizio Cacciavillani subentra l’avvocato, Luciana Sabelli. Il tutto a circa un anno e mezzo dalle prossime comunali. Sempre a patto di non registrare altre scosse sismiche…

     

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.