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  • Sfratto alla casa di riposo, pericolo scampato: «Si continua a lavorare»

    AGNONE – Il pericolo sembra scampato, almeno per il momento: il paventato sfratto alla casa di riposo di Agnone non è avvenuto. «La scadenza c’è stata, ma nessuno ci ha messo alla porta. Andiamo avanti con la solita attenzione di sempre ai nostri cari ospiti. Siamo però in attesa di qualcosa di ufficiale e di scritto». Così le operatrici della casa di riposo “San Bernardino” di Agnone che nei giorni scorsi, durante la visita del Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, a Capracotta  si sono rese protagoniste di una sorta di irruzione per chiedere alla politica di «non far chiudere questa struttura che dà lavoro e assistenza da oltre mezzo secolo». La scadenza del contratto di affitto per la struttura che ospita la casa di riposo era fissata allo scorso 31 gennaio. E senza una sede fisica il destino sembrava ormai segnato. Le lavoratrici hanno rischiato seriamente di restare a casa senza una occupazione, per via del mancato rinnovo di quel contratto di affitto. Così la decisione, coraggiosa, di protestare platealmente e di chiedere aiuto ad un ministro della repubblica. «Subito dopo l’incontro a Capracotta ci siamo intrattenute a lungo sia con il Ministro Provenzano che con il Governatore Toma. – spiegano le operatrici della struttura – Entrambi ci hanno assicurato il loro impegno e ci hanno suggerito di non tener conto del preavviso di sfratto. Noi ci siamo fidate e abbiamo continuato a lavorare come sempre, assicurando cure ed assistenza i nostri ospiti. Anzi, vogliamo cogliere l’occasione fornita dall’Eco per lanciare un appello e per rassicurare le famiglie dei nostri ospiti:San Bernardino” non è stata sfrattata, non ha chiuso e non chiuderà. Andiamo avanti come sempre. Questo ci hanno assicurato sia il presidente Toma che il ministro Provenzano. Noi vogliamo fidarci, anzi ci siamo già fidate e infatti in questi giorni successivi alla scadenza del 31 gennaio stiamo lavorando, come se nulla fosse. Di scritto, tuttavia, al momento non abbiamo nulla, nessuna comunicazione ufficiale. Restiamo in attesa degli sviluppi della vicenda, ma siamo ottimiste». Per una volta, forse, la politica ha risolto un problema concretamente e rapidamente.

     

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