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  • Spaccio e metodo mafioso, cinquantatré anni di reclusione per gli otto imputati

    Il Giudice dell’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Campobasso, ha emesso otto condanne per altrettanti imputati dell’indagine denominata “Piazza Pulita”, avviata nel mese di marzo 2018 e conclusasi nel mese di maggio del 2020.

    L’operazione condotta congiuntamente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Campobasso e dal GICO della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso fu volta sia ad arginare la recrudescenza del fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti in Provincia che ad ostacolare il processo di espansione e il radicamento di attività criminali provenienti dall’hinterland napoletano. L’attività permise tra l’altro l’individuazione di tre sodalizi, consentendo di accertare con assoluta chiarezza le condotte legate al traffico ed al commercio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina ed hashish, estorsioni e minacce a mano armata, nonché al reato di riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita il tutto aggravato dal “metodo mafioso”.

    Pugno duro quindi da parte del Giudice del Tribunale del capoluogo che per gli otto imputati che si erano avvalsi del rito abbreviato ha sancito condanne che vanno dai due anni e sei mesi ai dieci anni e dieci mesi, per un totale di circa cinquantatré anni di reclusione.

    Si ricorda che la maxi operazione si era conclusa con il deferimento di 63 persone, 20 recuperi di sostanza stupefacente, 400 gr. di cocaina, 70 gr. di eroina e 3 Kg. di hashish, 6 arresti e 13 denunce nel corso dell’attività investigativa e l’aver acclarato circa 2500 cessioni di stupefacente nonché il sequestro patrimoniale di immobili per un totale di circa un milione di euro.

    Corale l’impegno istituzionale al contrasto al traffico di sostanze stupefacenti dove la sinergia tra Procura della Repubblica, Carabinieri e Guardia di Finanza ha consentito di disarticolare sodalizi criminosi che andavano radicandosi nel territorio campobassano e che ha consentito le odierne condanne.

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