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  • Spaccio, risse e aggressioni sessuali, ma la Prefettura minimizza l’«allarme profughi» lanciato da Di Lucente

    Con riferimento ad alcuni articoli pubblicati nei giorni scorsi sulla stampa locale la Prefettura di Isernia invia alla stampa la seguente precisazione:

    Il Prefetto di Isernia, Fernando Guida, manifesta “sincero stupore e sconcerto per le esternazioni del consigliere regionale Andrea Di Lucente relative alla gestione del fenomeno migratorio”.
    Desta infatti stupore che Di Lucente parli di “invasione” di migranti, considerato che nel corso dell’ultimo anno il numero di richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza straordinaria della provincia di Isernia è nettamente diminuito, dagli oltre 1.100 dell’agosto 2017 agli attuali 549; in pratica le presenze si sono dimezzate a seguito delle note iniziative di politica internazionale adottate dal Governo, nonché di quella assunta dalla Prefettura di Isernia che nel luglio dello scorso anno ha comunicato al Ministero dell’Interno la difficoltà di assicurare una reale integrazione sociale e lavorativa dei migranti che superavano allora nettamente il numero di presenze (885) previsto dal Piano Nazionale di accoglienza elaborato dal Governo e dall’ANCI a dicembre 2016. Ora, pertanto, il numero di richiedenti asilo accolti in provincia è nettamente inferiore a quello previsto dal suddetto piano.
    Appare pertanto incomprensibile anche l’altra dichiarazione del consigliere secondo cui la Prefettura rilascerebbe “autorizzazioni a tappeto”. Qualora con il suddetto termine improprio si intendesse alludere ai permessi di soggiorno per motivi umanitari, il consigliere dovrebbe sapere, in considerazione della sua carica istituzionale, che tali permessi sono rilasciati dalla Questura e non certo dalla Prefettura. Anche la dichiarazione di Di Lucente sulla asserita “permissività” della Prefettura è quindi completamente destituita di fondamento se riferita al rilascio dei permessi di soggiorno per motivi umanitari. Se allude ad altro, precisi a cosa si riferisce se ne ha la possibilità.
    In merito alle ulteriori dichiarazioni, secondo cui la gestione dell’accoglienza starebbe generando “fenomeni di forte allarme sociale perché con i richiedenti asilo arriva anche la droga”, va rilevato che, nonostante le continue operazioni di polizia disposte a seguito di apposite riunioni del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto, dai dati forniti dalle Forze dell’Ordine risulta che nel 2018 il numero di delitti di spaccio di stupefacenti è in totale di soli 45, di cui 34 commessi da italiani e 11 da richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza straordinaria.
    Infondata si rivela anche l’affermazione secondo cui “queste bande di nigeriani stanno facendo man bassa di tutto”, con ciò alludendo chiaramente alla commissione di reati predatori (furti, rapine, scippi ecc.); durante l’anno in corso, infatti, sul numero complessivo di 61 arresti o denunce per reati predatori solo 9 sono stati compiuti da richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza straordinari.
    Non si tratta quindi di numeri tali da ingenerare “ forte allarme sociale”, purché il fenomeno migratorio non venga strumentalizzato da esternazioni come quelle in questione.
    Ancor più grave ed infondato è affermare che “con questa invasione… nel nostro territorio è arrivata anche la criminalità organizzata”. Di Lucente dovrebbe infatti sapere che, secondo le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia alla fine delle audizioni tenute dalla Commissione il 28 aprile 2017 presso la Prefettura di Campobasso, “il Molise non soffre di una presenza autoctona di mafie e neanche di penetrazioni e di insediamenti da parte di mafie originarie di altri territori”.
    Né la situazione è mutata in quest’ultimo anno secondo le risultanze di una recente riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata e presieduta dal Prefetto di Isernia.
    In tale occasione è stato infatti rilevato che il fenomeno dello spaccio di stupefacenti in provincia di Isernia è riconducibile ad una attività “al minuto” molto frammentata poiché posta in essere da soggetti di diversa etnia e quindi “non assolutamente inquadrabile all’interno di una organizzazione criminale ben definita”.
    Quanto alle dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Campobasso riportate dal consigliere regionale e concernenti le problematiche legate allo spaccio di stupefacenti, esse attengono probabilmente alla provincia di Campobasso dove il fenomeno, per ampiezza territoriale, è più sviluppato.
    Per quanto concerne poi l’asserita carenza di controlli sui centri di accoglienza va precisato che vengono svolti tre tipi di verifiche da parte della Prefettura. Il primo consiste in una verifica, svolta da rappresentanti della Prefettura, dei Vigili del Fuoco, dell’ASREM e dell’Ispettorato del Lavoro, dell’idoneità delle strutture offerte in sede di gara ad essere destinate a centri di accoglienza.
    Il secondo controllo viene svolto dall’organo ispettivo della Prefettura, mediante visite “a sorpresa”, sulla qualità dei servizi erogati dal gestore dei centri di accoglienza e sulla loro rispondenza alla convenzione. Il terzo è esercitato dal Servizio economico finanziario della Prefettura sulle fatture trasmesse dai gestori.
    Sulla base dei suddetti controlli sono stati adottati negli ultimi due anni ben cinque provvedimenti di risoluzione di convenzione, atto mai adottato negli anni precedenti, e circa 80 penalità pari al 5% dell’importo della convenzione.
    Per quanto concerne, invece, la struttura di accoglienza di Macchia di Isernia dove “il Sindaco ha detto che non può ricevere migranti, eppure non viene sgomberata”, si precisa che i cittadini stranieri richiedenti asilo che vi risiedono sono stati trasferiti ad altra struttura idonea con apposito provvedimento prefettizio del 6 luglio u.s., la cui esecutività è stata, tuttavia, sospesa in via cautelare dal Tribunale Amministrativo Regionale.
    Si precisa infine che questa Prefettura, con il consueto spirito di servizio e collaborazione istituzionale, ha sempre lavorato in sinergia con le Amministrazioni locali e la Regione Molise, rendendo partecipi gli Amministratori delle iniziative svolte ed aderendo pienamente ai progetti avviati, sia a livello locale che regionale. Da ultimo, infatti, si segnala l’adesione della Prefettura al progetto di potenziamento dei CPIA (Centri Provinciali di Istruzione per Adulti), finanziati dalla Regione con il fondo FAMI e destinati, tra l’altro, alla rilevante tematica dell’apprendimento della lingua e della cultura italiana come strumento che favorisce l’integrazione del cittadino straniero sul territorio.
    Da ultimo, si evidenza che la perseverante ed incisiva lotta allo spaccio di stupefacenti coordinata da questa Prefettura, oltre ad aver prodotto più che apprezzabili risultati nel corso degli anni, è stata di recente, in adesione alle direttive del Ministro dell’Interno, al centro di un’apposita riunione tecnica.
    Nel corso della riunione sono state adottate ulteriori, concrete, misure per contrastare il fenomeno dello spaccio nelle scuole, che hanno ricevuto il plauso del Consigliere Regionale Aida Romagnuolo, come peraltro riportato in un articolo di Primo Piano del Molise, in data 7 settembre u.s., intitolato “Guerra allo spaccio nelle scuole, arriva il plauso di Aida Romagnuolo”.

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