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  • Storia, tradizioni, novità: 1200 ndocce pronte ad ardere nella notte dell’Immacolata

     

    AGNONE. “La Ndocciata è come la mamma, impossibile non amarla e celebrarla per tutta la vita”. E’ racchiusa nelle parole di un giovane portatore appartenente ad uno cinque gruppi il senso della manifestazione del fuoco più imponente al mondo. Un rito, quello riproposto nei giorni dell’8 e 24 dicembre, nel dna degli agnonesi, antichi discendenti del popolo Sannita. Le fiamme che sconfiggono le tenebre e contestualmente vogliono rappresentare una speranza di vita migliore per le genti delle aree interne, arderanno questa sera a partire dalle ore 18,00 davanti a migliaia e migliaia di curiosi provenienti da ogni angolo d’Italia. Una manifestazione che non ha certo bisogno di presentazioni, Patrimonio d’Italia, acclamata dal Vaticano a Milano, da Assisi e fino oltreoceano dove promette di atterrare prossimamente.

    Seicento portatori per milleduecento torce che renderanno, ancora una volta, la notte dell’Immacolata magica con uno spettacolo scenografico che non eguali nel suo genere. La tradizione che resiste alla modernità contemporanea sta come la resistenza del suo popolo al genocidio dello spopolamento di un territorio vessato, sbeffeggiato, irriso da classe politica e istituzioni. Questo il messaggio forte che vuole partire da quella che fu l’Atene del Sannio.  Dunque Ndocciata non solo antico rito tra fede e paganesimo, ma soprattutto valore sociale e di rinascita che, come diceva quel giovane portatore, va celebrata ogni santo giorno dell’anno.

    Cenni storici – Nel 1870 il sindaco Giuseppe Tamburri, per festeggiare la Presa di Roma, voleva che la fiaccolata di Natale, invece di svolgersi per salita Castelfidardo (attuale XI Febbraio) come era stato sempre fatto, proseguisse per il corso principale. Infatti all’imbocco di viale XI Febbraio, i contadini che non erano stati avvertiti, trovarono un cordone di guardie e di cittadini. Ma, indignati per quell’affronto, voltarono le fiammeggianti fiaccole contro il cordone, che cedette al tremendo linguaggio di fuoco e seguirono la via che sempre avevano fatto. Ciò dimostra che la sfilata delle ndocce già si praticava da tempo.

    La prima competizione nel 1932 – La prima competizione tra i gruppi avvenne nel 1932 e fu resa possibile grazie all’agnonese Paolo Boresella che, da New York inviò cento lire al direttore de l’Eco scrivendogli: “Accludo cento lire e formulo l’augurio che la pittoresca usanza, possa di nuovo rivivere e dimostrare che il vecchio spirito agnonese è assopito, ma non completamente spento”. La fiaccolata ebbe inizio alle 17,30 annunciata da tre bombe carta e al suono del campanone di Sant’Antonio. I due gruppi che sfilarono furono: Colle Tocce e Sant’Onofrio. Ad ogni gruppo venne riconosciuto un premio di cento lire ciascuno.

    La nascita della Pro loco – Nel 1956 nacque l’Associazione Turistica Pro Agnone il cui presidente fu il teologo monsignor Nicolino Marinelli a cui successe il maestro Costantino Mastronardi. Il neonato sodalizio iniziò a dare forte impulso alla manifestazione. Da quella data iniziarono a sfilare ndocce composte da più elementi sempre in numero pari.

    Anni ’80 – Nel 1983 la Ndocciata viene riconosciuta come manifestazione turistica a carattere regionale che comportò l’erogazione da parte dell’Ept e Regione di un contributo economico. Si passò così da  due a quattro gruppi che portavano in spalla 200 ndocce. Nel ’91 le ndocce salgono a 500 fino ad arrivare alle 1200 con cinque gruppi: Sant’Onofrio, Guastra, Capammonde e Capabballe, Colle Sente, San Quirico. L’8 dicembre del 1996 l’evento scalda il cuore di Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro in occasione del cinquantesimo anniversario di sacerdozio. Si dirà che un contributo fattivo all’arrivo in Vaticano, fu dato dall’allora prefetto agnonese, Enrico Marinelli che Karol Wojtyla chiamava amichevolmente “il mio Generale”.  Da quella data Agnone istituì la rappresentazione nel giorno dell’Immacolata.

    Proposte per il futuro – La candidatura all’Unesco quale bene immateriale per la sua unicità, è quanto propongono gli organizzatori della Ndocciata. A ciò bisognerebbe promuovere convegni e scambi culturali con gli altri riti del fuoco sparsi sul territorio italiano tra i quali spiccano: La Faglia di Oratino, Le Fracchie di San Marco in Lamis, Il Fuoco di San Giuseppe a Taranto, Le farchie di Fara Filiorium Petri (Chieti) e altri ancora. Inoltre, la manifestazione necessiterebbe di un comitato scientifico presieduto da un antropologo, oltre che uno scenografo professionista pronto a curare la sfilata.

    Nessun balzello – Per l’edizione di quest’anno, l’amministrazione comunale ha deciso di abolire il balzello alle auto in entrata come accaduto lo scorso anno. Accesso libero in città e parcheggi a pagamento verranno incontro alle esigenze di quanti desiderano assistere alla manifestazione. Attesi oltre 20 pullman e 100 camper. Sold out per ristoranti, agriturismo, B&b e hotel. In alto Molise arriveranno inviati di testate specializzate quali Bellitalia, Turning Club italiano, PleinAir, Camper free. Per il primo anno ad anticipare la Ndocciata i personaggi del presepe vivente del 24 dicembre arrivato alla sua 59sima edizione e organizzato dal Cenacolo Culturale Camillo Carlomagno.

    Nuovo sito – Video, foto, curiosità, info sull’evento, sono consultabili sul nuovo portale www.ndocciataagnone.it realizzato dalla Pro loco e consultabile dalla giornata di ieri.  (Ha collaborato lo storico e appassionato di tradizioni Domenico Meo – Foto di Vittorio Labanca)

     

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