• Editoriale
  • Striscione pro ospedale fatto rimuovere, Bartolomeo: «La Ndocciata strumento di distrazione di massa»

    AGNONE – Siano sempre benedetti Facebook e la tecnologia che lo permette. La piazza virtuale, molte volte giustamente criticata, ti dà la possibilità di di accedere a notizie che, per chi come me vive lontano dal paese, resterebbero altrimenti ignote.
    È il caso della rimozione dello striscione “L’Ospedale non si tocca” che Clemente Zarlenga, – mi permetto di fare il nome perché lo stesso ha pubblicato la notizia – da diversi anni affigge sulla facciata di casa sua a corredo delle belle luminarie realizzate da lui – rinnovando una tradizione di famiglia in materie di luminarie, ricordo il suo papà Giovanni -.
    Da anni denuncio il fatto che le Ndocce dell’8 dicembre, evento comunque utile all’economia cittadina, vengono usate, spesso e volentieri, dal “potere” come uno strumento di distrazione di massa dai veri problemi che affliggono Agnone.
    Ma questo che è accaduto al nostro Clemente è di una gravità inaudita.
    Tutti sappiamo che le varie amministrazioni che si sono avvicendate negli ultimi anni non sono state proprio determinate a difendere l’ospedale, essenziale per la sopravvivenza dell’intera comunità altomolisana. Lacci e lacciuoli hanno impedito negli ultimi vent’anni, di essere determinati in questa battaglia. Il vero problema che impedisce la soluzione del caso tutti lo conosciamo, ma sembra che gli amministratori nostrani, a prescindere dal loro colore politico, fanno finta, adesso e in passato, di non vedere in ossequio a chi governa la nostra regione, sia esso di destra che di sinistra, sempre e comunque proni “all’eminenza grigia” che attraverso la politica protegge i propri interessi privati.
    L’8 dicembre Agnone diventa una vetrina per tutta la regione; quindi, qualche buontempone, preoccupato di non turbare la “narrazione” del paese dei balocchi, ha ritenuto opportuno rimuovere il segno della nostra giusta battaglia, della rivendicazione, fatta sempre con orgoglio e civiltà, come nel caso dello striscione in oggetto, il nostro diritto a vivere. Non la sto buttando in politica, ho dimostrato in più occasioni che le responsabilità omissive sono equamente distribuite tra gli schieramenti; la mia e semplicemente una riflessione sul degrado socio-culturale di coloro i quali dovrebbero pensare solo e esclusivamente al bene della nostra Comunità. Purtroppo ci si limita, forse inconsapevolmente, a accondiscendere al volere della stessa persona, che cambia colore come il camaleonte a seconda delle opportunità che può cogliere. Grazie Clemente!

    Armando Bartolomeo

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