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  • Tagli alla sanità, l’unica salvezza è riaggregare Alto Molise, Vastese e Sangro

    AGNONE – Sanità a due velocità: medici assunti negli ospedali sulla costa, mentre al “Caracciolo” continua l’agonia e la carenza di personale. Il dibattito si infiamma. Registriamo la posizione di Enzo Carmine Delli Quadri, che prende spunto da quello che accade per rilanciare la sua idea di riunificazione territoriale e amministrativa dell’Alto Sannio: Alto Molise, Alto Vastese e Sangro, per creare un grande bacino e avere dunque un peso politico-elettorale maggiore.

    Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota di Delli Quadri:

     

    Egregio Direttore,
    Leggo sul tuo nuovo splendido giornale che “L’ASREM assume due medici, ma non per Agnone”. Non posso non meravigliarmi della delusione, espressa dagli addetti ai lavori dell’Alto Molise, di fronte al fatto che i medici siano destinati all’Ospedale di Termoli e non a quello di Agnone, che pur presenta le stesse carenze.

    Sembra che non ci sia ancora la consapevolezza che non c’è più un Pantalone che paga per tutti. Sembra sfuggire a tutti che la Sanità, checché ne dica la Costituzione Italiana, non può essere garantita a tutti, con gli stessi livelli e la stessa intensità di attenzione. Sembra sfuggire a tutti che essa, nelle condizioni odierne date, è costretta a formulare delle priorità le quali, lapalissianamente, non possono non tener conto della demografia del territorio. Pertanto chiedere e pretendere ospedali e medici senza preoccuparsi, prima, di garantire un bacino demografico congruo, è pura inconsistenza polita e amministrativa.

    L’assenza di attenzione allo sviluppo di attività produttive (tutti alla ricerca del Posto e pochi attenti a creare Lavoro vero) ha creato, in Alto Molise, questa situazione oramai molto critica. Ci sarebbe da dire che tutti i nodi vengono al pettine. Nodi che, per colpa di politici altomolisani del tutto inadeguati, si sono accumulati nel tempo a partire già dalla istituzione della Provincia di Isernia e che risultarono di tutta evidenza 23 anni fa quando denunciai apertamente quel che sarebbe successo ed è successo. Quel che rattrista, oggi, è il comportamento degli amministratori altomolisani di tutte le parti politiche che, testa nella sabbia, non hanno avuto e non trovano il coraggio e la forza per liberare loro stessi dalle catene – di Sant’Antonio – politico-sindacali che li legano ai sistemi provinciali e regionali.

    Ci si è illusi e ci si illude ancora, contro ogni evidenza, che la finanza pubblica possa ancora continuare ad offrire Assistenza a Babbo Morto e non si ha la lungimiranza di cogliere il momento d’oro del cambiamento dell’Ordinamento Statale (a loro preannunciato 3 anni fa) per collegare i comuni Altomolisani con quelli dell’Alto Vastese e dell’Alto Sangro, per creare, così, un bacino demografico-elettorale necessario per l’attivazione di progetti di largo respiro che, a difesa delle aree interne, abbiano la giusta attenzione nazionale ed europea. Se esiste ancora una minima possibilità di salvare il salvabile, occorre riaggregare l’Altosannio (Almosava), ricollegarsi con la Val di Sangro e con Pescara, piuttosto che insistere su percorsi amministrativi fallimentari dell’attuale provincia di Isernia, tutta incentrata su se stessa. E fa sorridere l’azione di chi insiste su strade inutili e dannose come la Fresilia che porta verso territori che, al di la del fatto che nulla hanno da spartire culturalmente con l’Alto Molise, conducono verso il vuoto spinto dell’attuale capoluogo molisano.

    Pochi riflettono, poi, sul fatto che, “scavallando” Staffoli per raggiungere Isernia, ci si immette nella piana di Venafro e, a seguire, in quella di Caserta e della costa domiziana, famosa Terra dei fuochi. Viceversa, scavallando Capracotta e Pescopennataro ci si immette nella Valle de Sangro e, a seguire, verso Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Il Parco Nazionale della Majella, le zone industrilali abruzzesi e la Costa di Pescara.

    Quale interesse ha l’Alto Molise a continuare a “scavallare” Staffoli?

    Enzo Carmine Delli Quadri

     

     

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