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  • Tamponi Covid al “Caracciolo”: personale ancora in formazione, i tempi si allungano

    Che fine hanno fatto i promessi tamponi Covid da effettuare al “Caracciolo”? Ne parlò, più di due settimane fa ormai, il sindaco di Agnone. Proprio Daniele Saia, tra le prime azioni in veste di primo cittadino, si recò a Campobasso insieme agli assessori “sanitari” Sciullo e Di Nucci, presso i vertici dell’Asrem a chiedere la grazia di far fare i tamponi per la ricerca del Covid anche presso l’ospedale dell’Alto Molise, magari sfruttando la famosa tenda per il pre-triage installati davanti alla struttura sanitaria e mai utilizzata. Ad oggi, tuttavia, a distanza di quasi venti giorni, i pazienti altomolisani sono costretti ancora a recarsi a Venafro, cinquanta chilometri di viaggio, per fare il tampone.

    Nel tentativo di fare chiarezza la nostra redazione ha contattato l’ufficio stampa dell’amministrazione comunale. Le fonti ufficiali riferiscono questo: il sindaco Saia ha contattato e pressato più volte l’Asrem e i responsabili del servizio di raccolta di tamponi; gli uffici e i funzionari competenti hanno assicurato che l’iter burocratico per attivare la postazione di raccolta dei campioni presso il “Caracciolo” è stato attivato, ma ovviamente bisognerà attendere i famosi «tempi tecnici», l’alibi dietro il quali si nascondono le peggiori inefficienze del mondo sanitario e amministrativo. Sempre da fonti sanitarie, riferiscono dal Municipio, si è appreso che prima di autorizzare la raccolta dei tamponi per il Covid19 ad Agnone è necessario «formare il personale infermieristico». Come se per ficcare nella gola di una persona collaborativa un tampone ci volesse chissà quale competenza e professionalità. Un infermiere in servizio dovrebbe già avere le competenze necessarie per poter effettuare un banalissimo prelievo di saliva e mucose dal naso. Questo in base alla più elementare logica, ma evidentemente la sanità molisana segue percorsi molto meno logici.

    La buona notizia, se proprio vogliamo essere ottimisti e indulgenti nei confronti dell’Asrem, è che alcuni infermieri in servizio presso l’ospedale di Agnone hanno già fatto richiesta per essere opportunamente formati. In attesa di questa alta formazione, sperando che arrivi prima della scoperta del vaccino, gli agnonesi e i residenti nel circondario si rassegnino: dovranno continuare a prendere la propria auto per raggiungere Venafro oppure aspettare le grazie delle famigerate Usca. In alternativa, come è successo, si può sempre tentare di fare appello al viceministro Sileri.

    Francesco Bottone

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