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  • Tasi, il Comune di Agnone stabilisce la massima aliquota al 3,3 per mille

    AGNONE. Cambia il nome, ma non la sostanza. Si torna a pagare la tassa sulla prima casa ribattezzata Tasi. Due le scadenze: il 16 giugno (prima rata) e a settembre (ma potrebbe slittare a ottobre o dicembre), la seconda rata.  E’ quanto stabilito dal consiglio comunale di Agnone in seduta ieri pomeriggio. La maggioranza ha fissato l’aliquota al 3,3 per mille con lo 0,8 per mille che permetterà la detrazione in base alla rendita catastale e aiuterà le fasce più deboli. Inoltre chi è affittuario dovrà sborsare il 20% della tassa, il restante 80%  sarà a carico del proprietario dell’immobile. Gli introiti della Tasi – quanto detto in consiglio – garantiranno la copertura finanziaria di polizia locale, illuminazione pubblica, viabilità comunale, personale, beni e servizi. A pagare la tassa sulla prima casa anche i cittadini residenti all’estero e gli anziani o disabili residenti in altre strutture. Tutto scritto e approvato dal regolamento sulla Tasi passato a colpi di maggioranza. Esenti dal pagamento Tasi gli alloggi sociali e i fabbricati rurali strumentali. Da una simulazione fatta durante lo svolgimento dei lavori del consiglio, un agnonese pagherà mediamente 300-400 euro l’anno. “Con il taglio dei finanziamenti statali dovuti alle ultime finanziarie e che vedono il comune di Agnone introitare  800mila euro in meno su un bilancio complessivo di 4,3 milioni di euro – ha commentato il primo cittadino, Michele Carosella (in foto con gli assessori Saia e Cacciavillani) – siamo stati costretti a portare la Tasi al massimo imponibile consentito”. Duro il commento dell’opposizione che ha votato compatta in maniera contraria (assente il consigliere Lorenzo Marcovecchio). “Con uno sforzo maggiore – ha detto l’ex sindaco Gelsomino De Vita – si poteva evitare una aliquota così alta. Come? Penso alla vendita dei boschi che avrebbero portato  in cassa 200mila euro e chiedendo alla Regione Molise maggiori fondi per gestire le strade comunali. In un momento delicato come questo, occorreva rischiare anche a livello di bilancio. Evidentemente si è preferito – ha concluso De Vita – percorrere la strada più semplice”. Secca la replica di Carosella: “De Vita al posto nostro avrebbe fatto la stessa e identica cosa, cioè quella di portare al 3,3 per mille l’aliquota sulla prima casa”. In agenda anche l’aliquota Imu (continua a chiamarsi così) per la seconda casa che resterà invariata. Infatti l’aliquota approvata è stata quella del 9,6 per mille. L’opposizione, anche in questo caso, si è opposta con un voto contrario.

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