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  • Nella terra dei canguri…più italiano di noi

    AGNONE. Nella terra dei canguri con quel sentimento che riaffiora in ogni circostanza in maniera viscerale: l’essere di sangue italiano. Franco Salzano (nella foto),  66 anni,  è uno di quegli agnonesi che si fa onore e porta in alto il nome dell’Italia e del Molise in Australia. Prima nel campo immobiliare, ora in quello della ristorazione, Salzano, è emigrato 40 anni ad Adelaide insieme ai quattro fratelli, Tonino, Pasqualino, Giovanni e Peppino.

    Titolare del ristorante ‘Bocelli’, in onore del famoso cantante, dà lavoro a quaranta dipendenti, molti dei quali arrivati dallo stivale. Oggi, Frank conosce a perfezione come muoversi nella grande isola ed è considerato un punto di riferimento, un faro, per i tanti giovani del Belpaese che decidono di trasferirsi nel sud dell’Australia dove la colonia italiana, tra prima e seconda generazione, è arrivata a toccare 85mila presenze. Sposato con Angela, originaria di Casacalenda, tre figli, Franco, rientrato in alto Molise per trascorrere un breve periodo di ferie, non riesce a contenere l’emozione e alla domanda di cosa gli manca più dell’Italia, replica repentinamente: “Agnone”.

    Tuttavia è consapevole che se fosse rimasto nella terra che gli ha dato i natali non avrebbe mai realizzato quanto fatto in Australia. Una nazione – ci ripete ossessivamente – che ha imparato a rispettare gli italiani capaci di farsi valere in ogni campo, soprattutto quello lavorativo.  “I primi anni sono stati i più duri – sottoliena – poi quando metti su famiglia non hai più tempo per nostalgia o rimpianti”. Al ristorante ‘Bocelli’, situato sulla Hutt Strett ad Adelaide, si preparano piatti tipicamente italiani, carne o pesce non fa differenza, ma non disdegnano altri tipi di cucine.

    “Oggi – spiega Franco – non è più come 40 anni fa, i prodotti made in Italy, dalla pasta all’olio arrivano più facilmente”. 250 coperti che possono arrivare fino a 500: gli affari al ‘Bocelli’ vanno a gonfie vele. “Non ci possiamo lamentare. Siamo aperti tutti i giorni dell’anno e chiudiamo solo a Natale”. Proprio nel giorno della nascita di Gesù Cristo, Franco invita nella sua abitazione a Norwood, grazioso paese a cinque minuti da Adelaide, i “suoi” ragazzi, così l’agnonese definisce i lavoratori del ‘Bocelli’, e per non fargli sentire la lontananza dagli affetti più cari gli prepara un menù particolare. Ostriche e aragoste bagnate da prosecco e champagne, ma anche prosciutto, pasta alle vongole e porchetta. “E come se fossero tutti miei figli e quando ci riuniamo a tavola quasi si sentono gli zampognari”, scherza Franco.  Membro del direttivo della Federazione dei molisani nel South Australia, quando gli chiediamo l’episodio che ricorda con particolare affetto,  non riesce a trattenere le lacrime e ci dice: “Quando un funzionario del governo italiano in trasferta in Australia mi avvicinò e mi disse: siete più italiani voi che vivete qui e non quelli che sono dall’altra parte”. Nei prossimi mesi l’agnonese riceverà dalla Camera di Commercio di Isernia l’attestato con lode di “imprenditore molisano distintosi all’estero”.

    Ma l’onorificenza più importante potrebbe arrivare direttamente da Roma, (dove stanno valutando la pratica spedita dal consolato australiano) il 2 giugno del 2015. Ad Adelaide si celebra la Festa della Repubblica italiana e  Franco potrebbe essere nominato Cavaliere della Repubblica. “Ci tengo molto” confida a L’Eco dell’Alto Molise. E alla nostra testata è legato un aneddoto curioso.  “Ho conosciuto il vostro mensile in seguito ad una visita funebre fatta ad un compaesano scomparso. Si chiamava Giuseppe Pannunzio e nella cassa da morto ha voluto con sé una copia de l’Eco dell’Alto Molise”.

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