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    I sindaci della Provincia di Isernia uniti e in prima linea per proteggere le loro comunità dal Covid19. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un incontro in videoconferenza tra tutti i sindaci della Provincia di Isernia voluto fortemente dal presidente Alfredo Ricci.

    «La riunione, nata spontaneamente e da me convocata nel giro di poche ore, ha avuto un obiettivo preciso: fare il punto della situazione sulle problematiche presenti sul territorio in questa fase delicata della pandemia e mettere in sicurezza tutto il territorio provinciale con proposte e iniziative unitarie. – spiega il presidente Ricci – Dopo oltre due ore di confronto, tutti i Sindaci hanno deciso di lanciare un accorato SOS alle Autorità Regionali e Nazionali sulla situazione della Provincia di Isernia. I numeri al momento – ha sostenuto il Presidente Ricci – sembrano non destare particolare preoccupazione, specie se confrontati con quelli della Provincia di Campobasso. Ma la vicenda di Agnone, con l’esplosione del cluster di questi giorni, dimostra come la situazione sia tesa e possa cambiare da un giorno all’altro. Per questo, i Sindaci hanno deciso di fare corpo unico per tutelare i cittadini, la cui salute non conosce confini amministrativi, e di adottare nei prossimi giorni ordinanze sindacali di contenuto sostanzialmente analogo che porranno limiti alla didattica in presenza e agli spostamenti nell’ambito dei rispettivi territori comunali. In questo modo, la somma di ordinanze comunali uguali darà una protezione complessiva all’intero territorio provinciale e ai cittadini dell’intera Provincia.

    In questo senso, quale Presidente della Provincia ho ricevuto mandato dai colleghi Sindaci di portare avanti questa strategia di messa in sicurezza del territorio provinciale sia sui tavoli regionali sia con il Prefetto. Essendo in programma l’Unità di Crisi, da cui sono venute fuori alcune iniziative in
    corso di approfondimento da parte delle autorità regionali competenti, e il tavolo regionale permanente sulla scuola, i Sindaci si sono aggiornati a sabato mattina per definire i dettagli dei provvedimenti da adottare. Ma i Sindaci si sono concentrati anche sulle gravi problematiche che ci sono in ambito sanitario. Non c’è alcun intento polemico, di cui non si avverte assolutamente né la necessità né l’opportunità, perché il momento è delicato ed è doveroso che le Istituzioni restino unite. Anzi l’auspicio è che i
    toni siano abbassati. Tuttavia, i Sindaci, presenti tutti i giorni tra la gente e sentinelle del territorio, chiedono che venga data immediatamente la giusta accelerata alla campagna vaccinale.

    Da circa una settimana si è iniziato con gli ultraottantenni ma si sta procedendo troppo a rilento, con interventi disarticolati sul territorio e con modalità organizzative che destano più di una perplessità per i rischi di assembramenti a cui gli anziani che si recano ai punti vaccinali si stanno
    trovando esposti. Se, da un lato, l’appello agli anziani è a rispettare rigorosamente l’orario assegnato per il vaccino, senza anticiparsi per evitare inutili file, dall’altro, i Sindaci chiedono che vengano aumentati i punti vaccinali sul territorio, onde evitare agli anziani di dovere spostarsi verso luoghi affollati. Molti Sindaci hanno già dato disponibilità di strutture comunali al riguardo. Inoltre, ancora non si conoscono i tempi per l’avvio dei vaccini a domicilio, mentre si attende che partano le prenotazioni per i soggetti affetti da patologie gravi a prescindere dall’età, per cui i vaccini sarebbero dovuti iniziare in concomitanza con gli ultraottantenni. E vi è urgenza di passare, poi, alle ulteriori fasce, a partire dal mondo della scuola e delle Forze dell’Ordine. Per questo, l’appello è a superare i ritardi e a fare presto e bene, perché soltanto una rapida e corretta campagna vaccinale può dare la giusta protezione.

    In tutto ciò, la situazione delle strutture preoccupa fortemente. Il Cardarelli è nelle condizioni note, si è visto cosa è accaduto al S. Timoteo di Termoli
    all’esplosione dei contagi in Basso Molise. Se dovesse esservi un aumento di casi anche soltanto paragonabile a quello che si è avuto nelle scorse settimane in Basso Molise quale sarà il destino della Provincia di Isernia e dei suoi cittadini? Su questo la richiesta dei Sindaci della Provincia di Isernia è di conoscere quale organizzazione sia stata programmata ove dovesse registrarsi un ulteriore aumento dei contagi nel proprio territorio.
    La Provincia di Isernia dispone di un ospedale spoke, il Veneziale di Isernia, e di due ulteriori strutture pronte, il SS. Rosario di Venafro e il Caracciolo di Agnone.

    Tre strutture su cui potrebbero distribuirsi, in caso di aumento di casi anche in Provincia, i non- Covid, i Covid più gravi e i covid paucisintomatici, garantendo così cure adeguate a tutti i cittadini. Ma per fare questo c’è bisogno di programmazione, e, ad oggi, non vi è nessuna informazione a disposizione dei Sindaci sulle strategie previste e da attuare in caso di ulteriore acuirsi dell’emergenza. Anche in questo caso, bisogna fare subito e fare presto, uscendo dalle polemiche e dalle contrapposizioni personali e politiche, che non giovano a nessuno, bensì facendo squadra e programmando in maniera seria, ma rapida, le strategie da porre in essere, e non aspettando e rincorrendo gli eventi. Perché questa volta il rischio è che gli eventi ci trascinino.

    E non possiamo permettercelo. I Sindaci – ha concluso Ricci – sono disponibili a ogni confronto e azione, nell’ambito della correttezza e responsabilità istituzionale, ma anche della doverosa fermezza e decisione, a cui tutti siamo chiamati in questo difficile momento».

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