• Editoriale
  • Un altro “allevamento” di profughi nell’Alto Vastese, ora tocca a Guardiabruna

    TORREBRUNA – Il business non si ferma e se non lo fanno le cooperative nate ad hoc lo fanno i privati. Basta avere un immobile, rimetterlo in sesto e ospitare, a spese dei contribuenti ovviamente, dei sedicenti profughi, migranti, aspiranti rifugiati e richiedenti asilo. E il gioco è fatto.

    Uomini abbandonati nei piccoli centri dell’Alto Vastese, condannati a pascolare lungo le provinciali dissestate e i vicoli deserti. Dietro la parvenza della solidarietà c’è solo il business, 35 euro al giorno a finto profugo. Denaro che arriva dall’Europa, tasse dei cittadini, passando per il Governo centrale e le Prefetture e finisce nelle tasche degli imprenditori della solidarietà a pagamento. Quegli stessi che fanno soldi allevando profughi invece che maiali o polli, poi si permettono anche il lusso di fare la morale agli altri, a chi magari non è d’accordo, evocando il razzismo a destra e a manca. Non bastava il centro profughi a Schiavi di Abruzzo, quello di Carunchio o di Palmoli e nemmeno quello di Celenza sul Trigno, dove pare che la struttura che ospita anche donne abbia portato un po’ di “vita” in paese, ora anche Torrebruna sembra destinata ad ospitare migranti. O meglio, la frazione di Torrebruna, la piccola Guardiabruna, un borgo arroccato su una rupe, persa tra i boschi. Quella roccaforte ha resistito a chissà quali assalti nei secoli scorsi, ma ora dovrà capitolare,  arrendersi al business dell’accoglienza migranti. E guai ad opporsi, l’accusa di razzismo è già pronta.
    Un tempo si era parlato del palazzo baronale, di proprietà della curia di Trivento, per ospitare i finti profughi. Non se ne fece niente. Ora è spuntato un privato, uno che magari vive altrove e ha quell’immobile abbandonato da trasformare in miniera d’oro. La convivenza con decine, centinaia di sedicenti profughi, sarà un problema dei residenti, non suo. Lui intascherà a fine mese in cambio di vitto e alloggio ai migranti. Soldi facili, senza alcun rischio d’impresa. Un’economia drogata.

    E sabato prossimo, alle ore 15,30, presso l’ex scuola di Guardiabruna, ci sarà un incontro pubblico con la cittadinanza, indetto dalla sindaca Cristina Lella, proprio sul tema dell’accoglienza migranti. Sarà, come a Schiavi o a Palmoli o a Carunchio, una semplice comunicazione ai cittadini, a giochi ormai fatti, ai quali non resterà alcun margine decisionale. Un’accoglienza imposta: uno solo intasca i soldi, i residenti dovranno convivere con i profughi.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

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