• Editoriale
  • Un marziano alla manifestazione romana sulla sanità molisana

    Sì, mi sono sentito un marziano. Ero all’estero per seguire le indicazioni mediche per una vecchiaia più serena, avrei dovuto rientrare a fine febbraio. Ma non ho resistito al richiamo della foresta. Sapevo che oggi, 16 dicembre, ci sarebbe stata la manifestazione del popolo altomolisano per la salvaguardia dell’ospedale Caracciolo di Agnone, facendone un ospedale di area disagiata e non solo di comunità. Le motivazione per una tale manifestazione erano tante e molto valide: la Regione Molise da anni non è in grado di gestire la sua sanità e il disavanzo per la spesa sanitaria aumenta di anno in anno; commissari su commissari si succedono come la neve in inverno senza che si veda una soluzione del problema, se non attraverso chiusura di ospedali; hanno già tagliato e continuano a tagliare ma le spese aumentano; si assiste a un depauperamento ulteriore di un’area che, in Italia, ha la percentuale massima di spopolamento; nell’’area altomolisana non esistono i tempi tecnici per salvare una vita in pericolo; a causa del deficit sanitario, i molisani pagano le più alte imposte regionali rispetto a tutte le altre regioni italiane. Ho assistito, come un marziano appena atterrato a Roma, a una manifestazione surreale: da una parte, ho osservato con meraviglia e piacere, una moltitudine di ragazzi e ragazze festosi, belli, sorridenti, caparbi, passionali, competenti e coscienti di dover difendere i loro diritti per poter restare a vivere nel loro territorio; dall’altra, un gruppo di organizzatori dell’evento, portatori di una giusta, equa, onesta, corretta, legittima rivendicazione; peccato che fosse strategicamente fuori da ogni logica, tanto da far pensare che, a manifestare sotto il Parlamento, fosse il consiglio regionale del Molise e non la popolazione defraudata dei suoi diritti. Infatti il leitmotiv dell’evento non era l’area realmente disagiata dell’Alto Molise, ma tutto il Molise e, conseguentemente, la richiesta consisteva nella richiesta dell’azzeramento del deficit della spesa sanitaria. A chi giova tutto questo se non ai consiglieri regionali che sgravatosi di quel debito, possono continuare a gestire il Molise come se nulla fosse successo? Mi sono sgolato per tentare di coinvolgere i presenti perché prendessero nota del fatto che le spese della Istituzione Regione equivalgono non a tre ospedali ma, volendo salvare le aree interne, esse equivalgono a tanti ospedali, a tante strade e a tante scuole. Purtroppo, se la voce di un marziano può suonare giusta alle orecchie dei ragazzi e delle ragazze, giunge stonata a quelle di tanti politici locali che partecipano alla spesa inaccettabile della Regione Molise. Dicono di farlo in nome e in difesa di una Autonomia Regionale Molisana, ponendosi contro e in dissenso con coloro che affermano, da decenni, che è un delitto rinunciare a sanità, viabilità, scuole, formazione, assistenza sociale in nome di una autonomia regionale fasulla, utilizzata solo per il bene di una ben definita Casta.

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