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  • Utilizzare chi prende il reddito di cittadinanza per raccogliere i prodotti agricoli nei campi

    «Dobbiamo evitare che i prodotti agricoli rimangano nei campi in un periodo in cui tante persone sono senza lavoro o ferme per via del lockdown. Per questo, si attinga dalle liste dei percettori di reddito di cittadinanza e si attivino almeno temporaneamente strumenti come i voucher». È quanto afferma Massimiliano Monetti, presidente di Confcooperative Abruzzo, a nome dell’Alleanza delle Cooperative che, oltre alla stessa Confcooperative, mette insieme Legacoop e Agci Associazione generale cooperative italiane.

    «Con l’avvicinarsi del raccolto – prosegue Monetti – i prodotti nei campi iniziano ad essere pronti. Per via dell’emergenza sanitaria, però, c’è il rischio enorme che i nostri prodotti ortofrutticoli vadano persi. E i numeri sono impressionanti: come già emerso, nella sola Marsica mancano all’appello tra i 3500 e i 4000 lavoratori che provenivano in buona parte dall’estero». Tutto questo mentre nella nostra regione l’Inps ha censito 18282 famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza, che possono contare su una media mensile di 484 euro: «Se considerassimo per ogni nucleo un potenziale lavoratore e volessimo reimmettere nel mercato del lavoro il 10 per cento di queste persone, avremmo una disponibilità di circa 1800 lavoratori: sarebbe già un ottimo risultato. Come rappresentanti delle cooperative possiamo assicurare che c’è la disponibilità ad integrare questi redditi, ma chiediamo di reintrodurre almeno temporaneamente uno strumento agile e legale come i voucher, che proprio in agricoltura hanno funzionato bene quando utilizzati correttamente. È quanto stiamo chiedendo a livello nazionale alla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova. Ma i tempi sono stretti: i prodotti agricoli non attendo lungaggini burocratiche, e chi ha bisogno di lavorare si trova ora di fronte ad un’opportunità che non andrebbe sottovalutata. Il rischio, paradossalmente, è che ci si debba approvvigionare dall’estero penalizzando i prodotti locali».

    Monetti, poi, ricorda che non è solo il comparto ortofrutticolo a implorare lavoratori: «Tra non molto, tutto il mondo del vino abruzzese si troverà nelle condizioni di produrre, in un contesto dove il mercato interno sta crescendo anche alla luce della maggiore richiesta di consumo domestico. Senza manodopera, si rischia davvero una catastrofe e per questo l’obiettivo sarà di mantenere la produttività minima dei vigneti e preservare questo importante comparto dell’economia abruzzese».

    Se quello dell’agricoltura è il settore dove è maggiore l’urgenza, l’Alleanza delle Cooperative ricorda che anche l’ambito sociale e dei servizi, dove forte è la componente cooperativa, potrebbe avvalersi di misure similari: «Non dimentichiamo, infatti, che il nuovo fabbisogno di servizi assistenziali potrebbe essere a rischio senza personale sufficiente. Se provvedimenti saranno adottati con successo nell’ambito agricolo siamo certi che se ne avvantaggeranno anche altri comparti. Per questo, chiediamo di intervenire subito e aprire nuove strade occupazionali. Il mondo della cooperazione – conclude Monetti – è pronto a rispondere a questa emergenza lavorativa che sta già interessando ampie fasce della popolazione abruzzese».

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