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  • Venti centimetri di appoggio tengono in piedi uno dei ponti più alti d’Europa

    BELMONTE DEL SANNIO – «L’ispezione con by bridge e le successive relazioni tecniche hanno evidenziato una serie di criticità non visibili dall’esterno, ma solo scendendo sotto l’impalcato, che non consentono di tenere aperto il viadotto Sente».

    E’ il commento del consigliere provinciale di Isernia delegato alla Viabilità, Mike Matticoli, alla notizia della chiusura imminente del grande viadotto sul Sente che collega la sponda altomolisana con quella dell’Alto Vastese, tra Belmonte del Sannio e Castiglione Messer Marino. Quindici giorni fa il maxi ponte, tra i più alti d’Europa, non destava preoccupazioni immediate, pur avendo necessità di interventi di manutenzione, ieri l’annuncio della chiusura che avverrà domani stesso. 

    Lo stesso consigliere Matticoli in realtà lo aveva annunciato, prima ancora dell’ispezione con il by bridge: «Senza manutenzione la chiusura è inevitabile». Ed a quanto pare è stato facile profeta perché ieri, nel corso della riunione in Municipio ad Agnone, il presidente della Provincia di Isernia, Lorenzo Coia, ha dato l’annuncio: «Rischio crollo, il ponte Sente va chiuso».

    «L’appoggio dell’impalcato sulla pila numero tre (quella ruotata, ndr) infatti, – spiega il consigliere Matticoli entrando nel tecnico – è ridotto a circa 20 centimetri, il tutto è mantenuto in equilibrio dall’impalcato in acciaio sul quale si sono appoggiati quelli in cemento armato. Siccome l’acciaio è soggetto alle dilatazioni termiche, con il calo delle temperature l’acciaio si ritrarrà e quindi i 20 cm si ridurranno e l’appoggio residuo potrebbe non reggere. Nell’immediato sarà riaperta la vecchia SP 86 Istonia, che comunque necessità di essere messa in sicurezza per essere transitabile da tutti i veicoli: Oggi stesso saranno presentate le ordinanze ai Prefetti di Isernia, Guida, e Chieti, Corona, e a giorni il viadotto sarà chiuso al traffico».

    In sintesi: un ponte da 185 metri di altezza poggia, materialmente, su una base di venti centimetri. Cose da pazzi. Se non ci fosse stato il terremoto in Molise (e se non fosse crollato il ponte Morandi a Genova, ndr) nessuno si sarebbe preso la briga di controllare da vicino il viadotto con il by bridge e quei venti centimetri di appoggio avrebbero fatto, forse ancora per anni, la differenza tra la vita e le morte delle persone. Una roulette russa puntata alla tempia dei cittadini. Poi dice che uno si incazza

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

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