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  • Wildfood a Schiavi di Abruzzo: la sagra più “selvatica” e a km0 dell’Alto Vastese

    SCHIAVI DI ABRUZZO – Wildfood a Schiavi di Abruzzo: la sagra più selvatica e a km0 dell’Alto Vastese. Prodotto naturale, a chilometro zero, drug free, con alti valori di ferro, ricco di vitamine, acidi grassi e proteine e con poche calorie. E’ quello che propone la sagra del cinghiale di Schiavi di Abruzzo, giunta alla sua terza edizione, organizzata dall’associazione sportiva “Auro d’Alba” e dalla locale sezione dell’ArciCaccia, e in programma per domani 13 agosto, dalle ore 19.

    «La selvaggina è una scelta infinitamente più etica e salubre della carne di allevamenti intensivi: – spiegano gli organizzatori – non subisce trattamenti farmacologici, non è quindi imbottita di antibiotici, garantisce una riduzione della produzione di CO2 e del consumo di terreno e di acqua, inoltre limita l’impatto ambientale dovuto alle produzioni zootecniche. La selvaggina cacciata proviene da animali nati e vissuti in libertà, senza alimentazione forzata, senza antibiotici preventivi, senza gabbie e senza maltrattamenti. Le popolazioni di ungulati selvatici rappresentano una risorsa rinnovabile per eccellenza, – aggiungono dall’ArciCaccia e dalla Asd “Auro d’Alba” – in grado di fornire derrate alimentari con intrinseche peculiarità nutrizionali, organolettiche ed a bassissimo impatto ambientale. Tali prerogative, che rispondono ad esigenze sempre più impellenti per la società moderna, vanno adeguatamente valorizzate attraverso un rigoroso processo produttivo che vede coinvolto in prima persona il mondo venatorio, con il cacciatore di selezione definito appunto “produttore primario di selvaggina“. Le carni del bosco presentano meno grassi rispetto a quelle allevate e hanno un alto contenuto di acidi grassi Omega-3 dalle note proprietà benefiche. Inoltre la carne di selvaggina è una buona fonte di proteine e sali minerali come ferro e zinco. Carni dal bosco, a chilometro zero, super-biologiche, prelevate con metodi selettivi e con munizioni atossiche, perché l’animale viene prelevato senza subire nessuna forma di sofferenza o stress attraverso un abbattimento immediatamente mortale e quindi nel rispetto del benessere animale».

     

     

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