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  • Clinica orrori in Molise, il procuratore Albano: «In quella struttura internati come nei lager»

    ANSA) – ROMA, 8 OTT – “Il quadro emerso dal resoconto e dalle immagini ci rappresenta una realtà drammatica che nulla ha a che fare con una casa di cura. Quando nel luglio del 2013, dopo il caso di Meta di Sorrento, abbiamo istituito la task force a tutela di anziani e disabili che ha intensificato le ispezioni non immaginavo che avremmo continuato a trovare situazioni di abusi gravissimi come questi. Il comportamento di questi operatori è inaccettabile e va punito”.
    Lo ha dichiarato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in seguito all’operazione che ha portato a 13 arresti in una residenza assistenziale di Montaquila (Isernia) e che sono indagati per le gravi condotte a danno di incapaci ed anziani indifesi. “Oggi sono ancora più convinta di avere agito nell’interesse dei più fragili – prosegue il Ministro – quando ho proposto l’introduzione di una specifica aggravante della pena per chi si macchia di reati ai danni di pazienti ricoverati all’interno di strutture sociosanitarie, trasformando quella che dovrebbe essere la più amorevole delle cure in crudeltà”. “La circostanza che il titolare della struttura sia anche il sindaco della cittadina, e quindi autorità sanitaria locale, rende ancora più sconcertante questa gravissima vicenda”, precisa Lorenzin che poi ringrazia i magistrati per il loro lavoro di coordinamento: “esprimo ancora una volta la mia profonda gratitudine ai Carabinieri del Nas che con il lavoro della task force su tutto il territorio nazionale hanno effettuato 3992 controlli, arrestato 37 persone, emesso 1310 sanzioni penali e sequestrato beni per oltre 118 milioni di euro. L’azione della task force – conclude il ministro – proseguirà in modo incessante la verifica su tutte le strutture socio assistenziali del Paese”. (ANSA).

    GUARDA IL VIDEO DELLE VIOLENZE QUIMontaquila (Isernia), Franco Rossi sindaco

    (ANSA) – ISERNIA, 8 OTT – Un sacco di plastica nero al posto delle lenzuola su cui spiccano due piedi di donna. Sembra l’ immagine di un cadavere da sottoporre ad autopsia, invece é il corpo di una donna, in vita, ma costretto in una condizione limite. É una delle scene catturate dalle telecamere del Nas all’interno di Villa Flora, la clinica di Montaquila in provincia di Isernia, dove i militari hanno accertato maltrattamenti ad anziani non autosufficienti e a malati psichici.
    Materiale probatorio raccapricciante, non mostrato integralmente alla stampa durante la conferenza in Procura a Isernia. Il filmato si interrompe e passa a un altra scena: escrementi tra le lenzuola e sotto ai letti. E ancora immagini di operatori non amorevoli nei confronti dei pazienti, giovani tra i 25 e i 40 anni con patologie psichiatriche e anziani, tra i 75 e gli 80 anni. Per tutti, la retta da pagare è di 1200 euro. Una somma per pagare il titolare della Villa, i medici, i fisioterapisti e amministrativi. In totale 60 dipendenti, 13 ai domiciliari, e 32 indagati. In pratica solo una quindicina di dipendenti sarebbero rimasti fuori dall’inchiesta. Gli stessi, insieme agli indagati, stanno lavorando a Villa Flora per garantire assistenza ai pazienti ancora lì ricoverati.
    Un personale, anche prima della vicenda giudiziaria, numericamente esiguo per la gestione di 150/180 pazienti. E, ha detto il comandante del Nas di Campobasso Antonio Forciniti, addirittura “la notte rimanevano solo due addetti”. Dopo le abluzioni della mattina, i pazienti venivano condotti in stanze vuote, dove c’erano solo letti, e lasciati lì per ore e ore, ha detto il procuratore capo di Isernia, Paolo Albano.
    Le indagini sono state condotte dai Carabinieri dei Nas di Campobasso, Napoli, Bari, Salerno e Foggia. Tutto parte dalla morte di una donna, non dovuta ai presunti maltrattamenti, e dalla denuncia dei familiari di un altro paziente. Forciniti ha evidenziato la difficoltà nel reperire prove perché tutte acquisite all’interno della Clinica. (ANSA).

    Montaquila (Isernia), Villa Flora

    Anziani e malati psichiatrici maltrattati in una Residenza sociale assistenziale della provincia di Isernia. I carabinieri dei Nas stanno eseguendo 13 arresti per maltrattamenti, sequestro di persona, lesioni, percosse ed abbandono di persone incapaci. Coinvolti un medico, infermieri e operatori socio-sanitari. In manette anche il sindaco della cittadina in provincia di Isernia, Montaquila, dove si trova la clinica. Il sindaco è il titolare della struttura. Tutto è partito dalla segnalazione dei familiari di un paziente che presentava segni sul corpo.

    I Nas di Campobasso, Napoli, Bari, Salerno e Foggia con i colleghi dell’Arma territoriale, nelle province di Isernia e Campobasso, stanno eseguendo i 13 arresti domiciliari a carico di un medico titolare di una Residenza Sociale Assistenziale per anziani e malati psichiatrici e di infermieri e operatori socio-sanitari. Sono accusati, a vario titolo, di maltrattamenti, sequestro di persona, lesioni, percosse ed abbandono di persone incapaci.

    ANCHE 20 INDAGATI

    Oltre ai 13 arresti ai domiciliari, ci sono anche 20 indagati nell’operazione condotta dal Nas dei Carabinieri che ha portato a scoprire una clinica degli orrori – come la definiscono gli stessi inquirenti – a Montaquila (Isernia). Da quanto è trapelato dagli ambienti investigativi i pazienti venivano chiusi nelle camere e legati ai letti. Le maggiori criticità nell’ala destinata ai malati psichiatrici. I carabinieri del Nas in conferenza stampa mostreranno un filmato girato all’interno della clinica. La struttura non é una residenza sanitaria assistita, ma una residenza sociale privata. Può ospitare fino a 150 malati, ma i Carabinieri in alcuni periodi hanno trovato 180 pazienti. Al titolare della clinica il provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari è stata notificata in ospedale a Napoli, dove è ricoverato da alcuni giorni.

    PM, INTERNATI COME NEI LAGER

    “In quella struttura internati come nei lager. Le loro grida inascoltate”. Questo il duro atto di accusa del Procuratore capo di Isernia, Paolo Albano, sulla clinica degli orrori di Montaquila (Isernia). Il procuratore ha parlato di “promiscuità tra maschi e femmine portati a lavare nello stesso bagno e asciugati con le lenzuola sporche”. “Come ad Auschwitz portati a lavare, di mattina, e poi chiusi in stanza”, ha detto il procuratore di Isernia, aggiungendo: “A 70 anni dall’orrore dei lager e dalla liberazione degli internati si verificano ancora queste cose”

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