«Oggi abbiamo superato quota diecimila vaccini somministrati nel nostro hub altomolisano dall’inizio della campagna vaccinale». E’ quanto annunciano, con evidente soddisfazione, dallo staff che ha trasformato l’aula del Consiglio comunale in un hub vaccinale in piena regola. Sfondata, dunque, nei giorni scorsi, la soglia psicologica delle diecimila somministrazioni di dosi di vaccino contro il Covid in Alto Molise.
L’impresa, perché di questo si tratta, è stata posta in essere da una vera e propria macchina da guerra coordinata e diretta in prima persona dal vicesindaco, il medico Giovanni Di Nucci. Una perfetta sinergia tra medici e infermieri volontari, personale dipendente del Municipio di Agnone, volontari della Protezione civile dell’Associazione nazionale Carabinieri, ha portato a mettere in sicurezza e immunizzare contro il Covid la quasi totalità della popolazione dell’Alto Molise. Uno staff che di fatto si è sostituito all’Asrem, togliendo all’azienda sanitaria il gravoso compito di procedere alle inoculazioni sul territorio. Prima dell’attivazione dell’hub altomolisano, infatti, gli agnonesi sono stati costretti a raggiungere Campobasso o Venafro per un tampone prima e per una dose di vaccino in seguito. Poi l’amministrazione comunale Saia che ha preso in mano le redini della campagna vaccinale, grazie all’impegno diretto del vicesindaco Di Nucci appunto, attivando l’hub ad Agnone, addirittura all’interno della sala che solitamente ospita il Consiglio comunale.
Una scelta criticata, politicamente più che operativamente, perché avrebbe penalizzato ulteriormente il “Caracciolo”, l’ospedale di area disagiata solo sulla carta. «Se non è adatto neanche per fare un vaccino a cosa serve l’ospedale di Agnone?». Questa la domanda polemica e retorica rivolta all’indirizzo dell’amministrazione comunale criticata per la scelta di aver dimenticato, ancora una volta, l’ospedale cittadino, dimostrando, nei fatti, la sua inutilità. Un autogol secondo alcuni, una scelta obbligata, invece, per il vicesindaco Di Nucci, che ha ritenuto in tal modo di mantenere quella struttura sanitaria Covid-free. Polemiche politiche sfociate addirittura in un esposto in Procura per presunti abusi nella somministrazione delle dosi ad amici, parenti e conoscenti.
Si parlò di “furbetti” del vaccino, senza dimostrare, nei fatti, che qualcuno abbia effettivamente abusato della sua posizione per favorire qualcuno nell’ottenere una dose di vaccino contro il Covid. Dell’esposto in Procura non si è saputo più nulla. Al netto delle chiacchiere e delle polemiche ciò che conta è un dato oggettivo, perché matematico: oltre diecimila somministrazioni di vaccino. Non sempre il fine giustifica i mezzi, ma forse in questo caso il risultato finale chiude e archivia tutte le polemiche.
Francesco Bottone