«La mafia non è anti-Stato, la mafia è dentro lo Stato, come hanno dimostrato tante inchieste di giudici coraggiosi. Bisogna avere grande rispetto per le istituzioni, rispetto che invece non è dovuto nei confronti di chi non merita di rappresentare quelle istituzioni. E allora l’obbedienza non è sempre una virtù da coltivare, ma spesso la disobbedienza civile è l’unica strada per non essere complici».

Parole forti e politicamente impegnative, quelle di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il giornalista e militante dell’ultrasinistra ucciso dalla mafia, che nei giorni scorsi ha presentato il suo libro-intervista, appena riedito, “Resistere a Mafiopoli” nel corso di un appuntamento culturale a Castelguidone. Un evento organizzato dall’associazione culturale Castelguidone in collaborazione con la Compagnia dei Merli Bianchi e Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, rappresentata da Laura Margherita Di Marco, curatrice tra l’altro del progetto “I Fiori della Memoria“.

«Peppino Impastato non era un eroe, – ha sottolineato Laura Margherita Di Marco, che ha dialogato e intervistato l’autore del libro – era uno di noi, uno qualsiasi. Il suo insegnamento, allora, a distanza di tanti anni dal suo assassinio, è che non dobbiamo delegare agli altri quello che ciascuno di noi può e deve fare per sconfiggere la mentalità mafiosa e perseguire l’equità e la giustizia sociale e democratica».

«Mio fratello Peppino, ucciso dalla mafia, è diventato un seme che ha portato frutto. – ha spiegato Giovanni Impastato ad un folto e attento pubblico presente nella struttura pluriuso di Castelguidone – Non basta affatto ricordare la sua storia e insegnarla alle giovani generazioni, ma bisogna invece contribuire a creare una “memoria attiva”, un progetto collettivo che faccia rete. Le domande che scaturiscono dal suo insegnamento sono queste: cosa posso fare io, oggi, nel mio paese, nella mia città, per cambiare le cose? Come possiamo lottare per ottenere giustizia sociale? Ecco il suo invito a creare e diventare, tutti insieme, memoria attiva contro la mafia».
Francesco Bottone