AGNONE – La poesia della natura dipinta dall’artista Ugo Martino incontra i colori della poesia dialettale per un evento speciale che sarà celebrato nel salone del Museo dell’Arte Casearia e della Transumanza del Caseificio Di Nucci giovedì 10 agosto, alle 17.00. Dopo l’inaugurazione della mostra “Ritorno in Molise” – dal 5 al 25 agosto 2018, aperta dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e il pomeriggio su richiesta -, il Caseificio Di Nucci continua ad arricchire la sua proposta culturale, fissando il primo evento di un ciclo di appuntamenti nei prossimi anni sul tema dei dialetti.
“I colori della poesia dialettale” è il titolo dell’incontro del 10 agosto, un pomeriggio che comincerà con una disquisizione sui vernacoli molisani, parlati dalla montagna al mare. Una rapida analisi dei dialetti molisani tenuta da un appassionato e studioso della materia: Michele Paolantonio, uomo di cultura, già direttore di enti pubblici a livello nazionale e presidente dell’Istituto molisano di studi e ricerche per 15 anni. Domenico Meo, studioso agnonese appassionato di usi, costumi e lingua del territorio altomolisano, tra il folklorico e l’antropologico, ispirandosi alle opere pittoriche di Ugo Martino, darà voce alle parole poetiche dei più importanti poeti dialettali agnonesi.
Tali poeti, che hanno avuto l’onore di essere conosciuti dalla ricerca nazionale nel settore, di cui si parlerà durante l’incontro, sono quattordici. Si tratta della poesia agnonese più celebrata. Ma l’occasione sarà interessante anche per conoscere altri possibili poeti. Le singole opere di Ugo Martino diventeranno riferimento per le poesie, con note musicali in sottofondo. Ci sarà, inoltre, un cantante popolare locale, Mario Di Menna, che con la sua voce farà risuonare canti tradizionali a cappella, propri della cultura e della tradizione agricola del territorio.
“Il dialetto è la parlata vicino alla natura dell’uomo – spiega Franco Di Nucci – è una lingua identitaria, con tante sfumature tra comuni e località, talvolta vicine. Come se quell’erba della lingua avesse una diversa vita in connubio con il territorio in cui nasce, con colori, qualità erbacee diverse. Vogliamo metterci gli occhiali e vedere questo pezzo della natura impalpabile ma emozionante del linguaggio: i dialetti. Capire cosa ci possono ispirare in questo contesto”.