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  • Richiami acustici per selvaggina, sequestri della Forestale

    PESCOPENNATARO – Ancora numerosi controlli antibracconaggio ed ancora sgradite scoperte nell’Alto Molise dove gli uomini del Corpo forestale dello Stato dei comandi stazioni di San Pietro Avellana, Capracotta e Pescopennataro, hanno rinvenuto e rimosso richiami acustici illegalmente utilizzati per caccia di uccelli.

    La scoperta è stata possibile grazie ai controlli che stanno interessando tutto il territorio provinciale al fine di preservare la fauna selvatica ed assicurare le migliori condizioni per il regolare svolgimento della stagione venatoria.DSCN1902
    I richiami acustici sono stati scoperti in località “Colle Iapoce” nel comune di Pescopennataro, all’interno di un bosco, ben occultati dal frascame, disposti a poca distanza fra loro lungo passaggi abitualmente utilizzati da quaglie.
    L’uso di questi dispositivi di cattura è vietato dalla legge perché, essendo estremamente efficaci nell’attirare gli animali, avvantaggiano eccessivamente i cacciatori.
    Gli agenti della Forestale hanno presentato apposita notizia di reato contro ignoti alla Procura della Repubblica di Isernia dopo aver rimosso e sequestrato i richiami acustici.
    Quest’ultimo episodio contribuisce ad innalzare ancor più l’attenzione sul bracconaggio, praticato in modi diversi in molte zone del territorio provinciale, nel pieno della stagione venatoria, in un momento estremamente delicato e talvolta conflittuale del rapporto uomo-fauna selvatica.
    Al fine di assicurare la tutela di tutta la fauna selvatica e scongiurare il ripetersi di episodi in danno a questa importante risorsa ambientale, dal Comando Provinciale del CFS si raccomanda la massima attenzione nello svolgimento dell’attività venatoria, confidando nella correttezza che connota l’attività della stragrande maggioranza degli appassionati locali, dai quali oltre al rispetto delle leggi ci si aspetta anche una giusta collaborazione per isolare i pochi delinquenti che in maniera scellerata e disonesta, talvolta anche a fini di lucro, mettono a repentaglio non solo il prezioso patrimonio faunistico ma anche l’onorabilità di un’intera categoria.

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