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  • Calendario venatorio, l’Atc Vastese: «Preaperture assurde, vanno cancellate»

    «Come presidente provinciale di Arci Caccia di Chieti e presidente pro tempore dell’ATC Vastese, non posso più tacere sulla recente pubblicazione del calendario venatorio della Regione Abruzzo. Dopo aver atteso invano interventi da parte delle altre associazioni venatorie, è giunto il momento di esprimere la mia profonda preoccupazione».

    Così Angelo Pessolano in una nota stampa girata alla nostra redazione. «La proposta di calendario è stata portata in consulta con la presenza di solo due associazioni venatorie riconosciute, mentre gli undici ATC regionali non sono stati convocati per esprimere il loro parere. – continua Pessolano – Il risultato è un calendario che lascia molti dubbi e perplessità. In particolare, le preaperture di settembre per la caccia a cornacchie, gazze e ghiandaie appaiono ingiustificate e discriminatorie rispetto ad altre regioni che consentono la caccia a specie migratorie primaverili come la tortora (Streptopelia turtur), la quaglia (Coturnix coturnix) e il merlo (Turdus merula). Perché l’Abruzzo deve essere penalizzato?

    Inoltre, la limitazione della caccia al colombaccio (Columba palumbus) a una sola giornata a settembre appare come una presa in giro per i cacciatori, che rischiano di perdere il porto d’armi o di incorrere in sanzioni amministrative.

    La mancanza di controllo e la permissività nei confronti di chi spara a qualunque specie passi loro davanti, comprese le specie stanziali come il fagiano (Phasianus colchicus), la starna (Perdix Perdix)e la lepre (Lepus europaeus), stanno arrecando gravi danni agli ATC e ai cacciatori iscritti. È giunto il momento di chiedere conto alla Regione di queste scelte e di pretendere una revisione del calendario.

    Le preaperture assurde vanno cancellate o, quantomeno, riviste per includere le specie cacciabili in settembre, come ad esempio gli anatidi (anatre e oche) e le specie stanziali sopra menzionate. La voce delle associazioni venatorie deve essere più forte e incisiva per tutelare i diritti dei cacciatori e della fauna».

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