La Giunta regionale d’Abruzzo, riunitasi appena lunedì in seduta ordinaria come da convocazione del presidente Marco Marsilio, ha approvato, su iniziativa del vicepresidente Emanuele Imprudente, l’assessore con delega al Sistema Idrico, le previste misure atte a «rendere possibile un approvvigionamento idrico in caso di carenza o di emergenza idrica che può determinarsi nel comprensorio dell’Ambito Chietino, a causa del perdurare della grave carenza idrico-potabile».
Buona parte del territorio Chietino, in particolare quello del Vastese, dipende, dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico, dall’invaso artificiale di Chiauci, appena al di là del confine con il Molise. Le immagini che pubblichiamo non lasciano spazio a fraintendimenti: il lago artificiale creato dalla diga di Chiauci è completamente in secca. Resta una poltiglia fangosa e qualche pozza d’acqua che potrebbe rappresentare l’unica possibilità di salvezza per gli animali. E’ del tutto evidente che in queste condizioni l’afflusso di acqua verso il Vastese e il Basso Molise è impossibile da garantire. Nonostante le ultime piogge, la diga di Chiauci è a secco.
A rischio le colture agricole e anche l’attività produttiva delle industrie che utilizzano l’acqua proveniente da quell’invaso lungo la vallata del Trigno, fino alla costa adriatica tra Vasto e San Salvo e Montenero di Bisaccia. Una situazione già prevista, in realtà, perché monitorata da tempo, rispetto alla quale la Regione Abruzzo aveva già preannunciato una delibera che autorizzasse l’Ente regionale del Servizio Idrico integrato al prelievo dal fiume Trigno, mediante la traversa in località Pietrafracida nel comune di Lentella (CH), della portata stimabile in circa sessanta litri al secondo di acqua. Preso atto della completa assenza di acqua nell’invaso di Chiauci, ora la giunta guidata da Marco Marsilio ha deliberato autorizzando le captazioni da parte del Consorzio di Bonifica Sud-Vasto, ai soli fini idropotabili fino al 31 ottobre 2024, come richiesto da ERSI Abruzzo.
Nel frattempo la Cia, confederazione degli agricoltori, ha chiesto formalmente la dichiarazione dello stato di calamità. La siccità prolungata, unita a temperature eccezionalmente elevate, ha avuto effetti devastanti sulle colture agricole. I danni stimati includono una riduzione delle produzioni agricole di circa il cinquanta per cento, con conseguenze negative non solo per gli agricoltori, ma per l’intera filiera agroalimentare. I settori più colpiti comprendono cereali, ortaggi, frutteti, vigneti e uliveti, senza dimenticare la produzione di miele che è stata praticamente azzerata, con una significativa perdita di reddito per molte aziende e un rischio crescente di desertificazione in alcune aree. Oltre alla perdita delle colture, gli agricoltori hanno affrontato un forte aumento dei costi di produzione con un ulteriore aggravio economico. La situazione ha anche compromesso la biodiversità del territorio, mettendo in pericolo numerose specie vegetali e animali.
Francesco Bottone