• News
  • “L’ultimo giorno di Gaza”, anche l’Alto Vastese ha «disertato il silenzio»: caroselli a Celenza, Torrebruna, Castelguidone e San Giovanni Lipioni

    Anche Celenza sul Trigno ha risposto all’appello “L’ultimo giorno di Gaza” ed ha «disertato il silenzio che da troppo tempo incombe sulle pene inflitte alla popolazione di Gaza ormai stremata e affamata».

    «Gaza muore di fame: il genocidio entra nella fase finale, e Israele prepara così una terra finalmente davvero senza popolo. Affamando, assetando, bombardando. – si legge nel manifesto che ha lanciato l’iniziativa – A Gaza suonano le sirene delle ambulanze, che danno voce ai condannati a morte per fame e bombe. Quelle sirene dicono al mondo che non c’è più tempo.

    Non possono fare altro, a Gaza: perché i governi del cosiddetto “mondo libero” stanno con Israele. Con il carnefice, non con la vittima. Anche il nostro governo continua a sostenere Israele: impedendo la sospensione dell’accordo con l’Unione europea; continuando a vendergli armi; coprendolo in ogni modo. Il nostro governo ha le mani sporche di sangue.

    Ebbene, noi vogliamo rompere questo mostruoso muro di silenzio. Vogliamo fracassarlo, e liberare la verità. Vogliamo disertare questo silenzio di morte. Vogliamo unire le nostre sirene e le nostre campane alle sirene delle ambulanze di Gaza. Domenica 27 luglio, alle 22, facciamo suonare a distesa le campane dei palazzi comunali, quelle delle chiese, e ogni sirena possibile: ambulanze, navi, barche, porti. Suoniamo ogni fischietto, battiamo le pentole. Facciamo più rumore, più chiasso, più fracasso possibile. Facciamolo insieme: nelle piazze e sulle spiagge. Facciamolo sui balconi e alle finestre. Facciamolo sui social. Facciamolo dappertutto. Che ci sentano fino a Gaza: perché sappiano di non essere soli. Che ci sentano nei palazzi del potere italiano: perché lì sappiano, invece, che sono soli; e che la verità ha il potere di fracassare il silenzio dei complici e dei vili. Ci sentiamo impotenti di fronte all’enormità di quel grande campo di concentramento in cui Israele ha trasformato Gaza. Lo saremo davvero solo se rimarremo muti di fronte allo scandalo della fame usata come arma di sterminio di massa: ma noi, il popolo dei sudari, delle luci, delle sanzioni popolari, non ci fermiamo. Non rimarremo in silenzio, mentre la gente di Gaza viene sterminata».

    Puntuali alle ore 22 del 27 luglio, accompagnati dal suono delle campane, cittadini «motivati a fare rumore per spezzare il silenzio», spiegano gli organizzatori, hanno sfilato con le loro auto lungo le strade del paese per raggiungere, poi, i Comuni limitrofi di Torrebruna e San Giovanni Lipioni, con la speranza che «il suono disturbante dei clacson abbia raggiunto altri suoni e, come un’eco allargato, i cerchi fino a confondersi con i rumori di altre città d’Italia, al fine di confondersi con i rumori della guerra e con il pianto inascoltato dei bambini».

    «Ringraziamo i cittadini di Torrebruna, San Giovanni Lipioni e Castelguidone che hanno aderito all’iniziativa» chiudono gli organizzatori e attivisti da Celenza sul Trigno.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento