• In evidenza
  • Tagli ai servizi e ai diritti, in Alto Molise e Alto Vastese la realtà supera la fantasia

    Decine di relatori, due ministri collegati, rappresentanti istituzionali e centinaia di ospiti da tutta Italia. Presenze ufficiali da Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia, Umbria, Molise, dall’Alto Molise in particolare, Lazio, Basilicata fino alla Sicilia. Presentate proposte ufficiali, come quella di una “Transizione Energetica Senza Speculazione” su consumo di suolo, ed altre che saranno ufficializzate e sintetizzate nei prossimi giorni e nei successivi tavoli di lavoro da avviare con le istituzioni.

    Gli “Stati Generali delle Aree Interne” si sono tenuti, nei giorni scorsi, a Benevento, e a rappresentare le terre alte e diseredate del Molise c’è stato il sindaco di Agnone e presidente della Provincia, Daniele Saia. A commento della sua partecipazione all’importante evento di studi e analisi, il sindaco agnonese ha utilizzato la fantasia, quella che viene sistematicamente superata e surclassata dalla realtà, e il paradosso, proprio per denunciare la doppia velocità con la quale viaggia il Paese anche nell’ambito dell’applicazione delle leggi e della Costituzione repubblicana.

    «Facciamo finta che. – esordisce Saia, quasi a titolare il suo intervento – Facciamo finta che io sia un bambino appena nato in una delle nostre aree interne. Mamma e papà scoprono che il reparto nascite del nostro ospedale sta per chiudere. Io sarò l’ultimo bambino nato lì». Ed è esattamente quello che è successo al “Caracciolo” di Agnone circa diciassette anni fa: pochi nati, via il Punto nascita e, a caduta, il Nido e la Pediatria; fu quello l’inizio della fine per l’ospedale di area disagiata che sarà a breve riconvertito in una sorta di pensionato per anziani malandati, ma non troppo moribondi. «A 8 anni sono sulla bicicletta, l’asfalto è scivoloso e faccio una brutta caduta. L’ortopedia mi cura, ma poco dopo chiude anche quel reparto e dopo ancora chiude tutto l’ospedale. – va avanti il sindaco e presidente – A 14 anni mi sveglio all’alba per prendere un autobus che ci mette un’ora e mezza ad arrivare a scuola, devo frequentarla in una città lontana perché il mio plesso è stato accorpato. Almeno c’è l’autobus, è una delle poche linee che non è stata cancellata. A 20 anni trovo finalmente posto in un’azienda che mi permette di lavorare da remoto. Lo faccio, ma la rete internet va e viene. Non riesco a lavorare poi così bene. A 30 anni io e la mia compagna decidiamo di avere un figlio, ma non lo facciamo qui perché i servizi mancano e tanti amici se ne sono già andati. Lo facciamo in una città in cui lui non sarà l’ultimo nato».

    Storie abituali di spopolamento indotto dalla politica, quella che in ossequio a mere logiche ragionieristiche taglia i servizi, l’uno dopo l’altro, creando il vuoto istituzionale nelle zone interne e periferiche. «Ora ho 70 anni, – va avanti Saia nel suo racconto inventato, ma che è assolutamente realistico, anzi reale – ho due nipotini che tra il corso di musica e la scuola calcio sono impegnatissimi qui a Milano. A telefono parlo con un muratore, mi dice che la mia casa al paese è diroccata, ormai non c’è rimasto più nessuno». «Ecco, questo è un racconto di fantasia, ma è anche un racconto che sa di realtà. – aggiunge Daniele Saia in chiusura – Per salvare le aree interne bisogna prendere tre impegni chiari: semplificazione burocratica, formazione di reti tra Comuni che condividono servizi e progetti, Province come hub di organizzazione e programmazione. L’ho ribadito agli Stati Generali delle Aree Interne di Benevento». Sanità, viabilità, mobilità, sono i temi cruciali citati da Saia, quelli che rappresentano delle incontrovertibili criticità per le zone interne dell’Appennino, per l’Alto Molise in particolare. E sono anche alcuni dei “pilastri” sui quali la sopravvalutata “Snai” avrebbe dovuto ricostruire una parvenza di uguaglianza di diritti e di opportunità per chi vive a Castelverrino o a Poggio Sannita e chi invece a Milano o a Campobasso. Dopo decenni di Snai siamo ancora qui a dover ascoltare un amministratore locale che denuncia tagli ai servizi basilari e costituzionalmente garantiti. Probabilmente si sta solo perdendo tempo.

    Francesco Bottone

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento