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  • Università, quando la scuola infermieri fece sognare il territorio dell’Alto Molise

    C’è stato un tempo, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90, in cui Agnone aveva già una sorta di università. Una triennale (non ancora esisteva questo termine), post-diploma capace di formare infermieri professionali – molti provenienti dall’Africa – e tecnici di Analisi e Radiografia, che oltre a dare respiro all’economia locale, fornivano supporto prezioso al presidio ospedaliero civile.

    La Scuola per Infermieri Professionali di Agnone riuscì ad avviare ben 12 classi con oltre 150 ragazzi. Il 70-80% di questi studenti proveniva da fuori sede, replicando esattamente quello che oggi accade a Edolo (piccolo Comune in provincia di Brescia), dove solo il 7-8% degli studenti è del posto. Istituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 659 del 2 febbraio 1982, la scuola fu fortemente voluta da Franco De Simone (presidente), diretta da Fiorella Di Pasquo e aveva come segretario Renato Gamberale.

    Il progetto prevedeva una vera “cittadella sanitaria” con laboratori, mensa, alloggi e servizi autonomi.  L’ammissione degli allievi doveva essere coordinata con le Ambasciate dei Paesi interessati e le Organizzazioni Mondiali di assistenza, con particolare attenzione agli studenti dai Paesi in via di sviluppo. Una vocazione internazionale che anticipava di trent’anni quello che oggi fa Edolo. Il piano economico era dettagliato: 225 milioni per borse di studio, 45 milioni per docenti, 20 milioni per personale amministrativo.

    Un investimento che, moltiplicato per 12 classi attive, aveva creato un vero polo formativo capace di generare economia e occupazione. Mentre oggi si parla di 250 studenti a Edolo, in Val Camonica, come di un “miracolo della montagna”, Agnone ne aveva già formati altrettanti trent’anni fa. Aveva dimostrato che l’Alto Molise poteva essere pioniere anziché fanalino di coda. Ma qualcosa si inceppò: dopo anni di funzionamento, la scuola non riuscì a consolidarsi definitivamente, perdendo un’occasione storica.

    Oggi, mentre si discute di tagli alla sanità e si guarda con ammirazione al “miracolo” di Edolo, sarebbe il caso di ricordare che Agnone aveva già scritto quella storia. E potrebbe riscriverla, se solo la classe dirigente e politica locale e regionale trovasse il coraggio di guardare al proprio passato per costruire il futuro.

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