Dopo più di due mesi di lockdown, quello appena trascorso è stato il primo week end con ristoranti e bar aperti in tutto il Paese. Buoni i flussi verso la montagna dell’Alto Molise dove si registrano prenotazioni in crescita per i mesi estivi e pare ci sia un aumento anche nella ricerca di immobili da affittare. Un primo assaggio di estate che potrebbe essere indicativo del nuovo trend che porta, dopo l’epidemia, alla riscoperta dei piccoli borghi quali luoghi dove vivere e abitare, fare impresa e innovare. Un annunciato boom di presenze che fa sicuramente piacere, ma allo stesso preoccupa, dal punto di vista sanitario ed epidemiologico, i sindaci dei centri montani. Almeno stando alle parole pronunciate da Francesco Lombardi, sindaco di San Pietro Avellana, nel corso di un confronto pubblico sul web insieme ad altri amministratori locali molisani, organizzato da Italia Viva Molise e al quale ha preso parte, nei giorni scorsi, anche la parlamentare Giuseppina Occhionero.
«Troppo spesso noi sindaci siamo lasciati soli con delle importanti responsabilità da parte delle altre istituzioni superiori. Non abbiamo personale, ad esempio, concretamente, per poter gestire e verificare il distanziamento sociale in vista del flusso turistico estivo». Si parla di Comuni di montagna che spesso condividono, per qualche ora al giorno, un unico agente di Polizia municipale. Pensare che un sindaco possa garantire il rispetto delle norme comportamentali all’aperto, ad esempio il divieto di assembramenti, è davvero una ottimistica utopia. «Quello che possiamo fare, – ha spiegato Lombardi – e che abbiamo fatto da sempre è il coordinamento costante con le forze dell’ordine presenti sul territorio. Viviamo ancora un momento di difficoltà, i due mesi di lockdown sono stati utili, anche in termini di consapevolezza del rischio, ma vorrei che fosse chiaro che la fase attuale non è quella del “tana libera tutti”. Non nascondo – ha aggiunto – che siamo particolarmente preoccupati per la gestione del flusso turistico estivo. Preoccupati per come far rispettare le regole e non mettere in difficoltà, o peggio a rischio sanitario, le nostre piccole comunità uscite quasi del tutto indenni dal contagio».
L’isolamento tipico dell’entroterra, che di fatto ha protetto dal virus le vulnerabili comunità montane, rischia di sparire in estate, almeno stando alle previsioni sui trend turistici. E i sindaci, come sempre, vengono lasciati soli a gestire, senza mezzi né risorse umane, la vita pratica di ogni giorno. Ed è per questo che Lombardi ha auspicato addirittura una sorta di «potere commissariale» per i sindaci, insieme alla richiesta, indirizzata alla Regione e al Governo centrale, che suona così: «Dateci gli strumenti per poter lavorare», perché «il peggior sindaco del mondo, farà sempre qualcosa di utile e positivo per il suo territorio. Ci sentiamo soli, noi sindaci, lasciati a gestire situazioni anche difficili e pericolose, visto che siamo anche autorità sanitarie nei nostri territori».