Una grande azienda agricola ha ottenuto il diritto di vietare l’attività venatoria nei propri terreni: diverse decine di ettari di tenuta saranno salvati dall’invasione delle doppiette, lasciando così campo libero ai cinghiali.
Arriva il primo risultato della campagna messa in atto dal WWF Abruzzo per far valere il diritto dei cittadini a vietare la caccia sui propri terreni. Un’importante azienda agricola vedrà sottratti diverse decine di ettari all’attività venatoria con la sola perimetrazione tramite tabelle, esenti da tasse, a cura del proprietario o conduttore del fondo, le quali – in base alla legge 157/92 – delimitino in maniera chiara e visibile il perimetro dell’area interessata. «Un risultato epocale» lo definiscono i proprietari della tenuta.
Era stato proprio il WWF Abruzzo dopo l’approvazione del Piano Faunistico Venatorio della Regione ad attivare un’importante campagna di informazione perché fosse riconosciuto il diritto dei proprietari a vietare la caccia sul proprio terreno. La normativa nazionale sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio prevede infatti la possibilità per il proprietario o il conduttore di un fondo di chiedere l’esclusione dei propri terreni dalla cosiddetta gestione programmata della caccia inviando, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, al Presidente della Regione una istanza motivata.