«Vi invito ad un cambio di prospettiva: non è l’orso marsicano che sta nel nostro territorio, cioè in Alto Molise, ma esattamente il contrario, siamo noi ad aver costruito strade e paesi nel suo territorio, la montagna e il bosco. L’orso fa l’orso, è l’uomo che può fare qualcosa di più in direzione della convivenza con questo straordinario animale». Così Angela Tavone, communications manager dell’associazione Rewilding Apennines, che nei giorni scorsi, in collaborazione con l’amministrazione comunale di San Pietro Avellana, ha organizzato e tenuto in paese l’evento “Comunità a misura d’orso. Ci 6?“.
Un appuntamento culturale che ha visto la partecipazione di esperti e pubblico, anche da fuori regione, e che si inserisce nel progetto internazionale LIFE Bear-Smart Corridors. L’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza e approfondire alcuni temi specifici relativi alla coesistenza uomo-orso in Appennino.
L’Alto Molise e il territorio comunale di San Pietro Avellana rappresentano un corridoio ecologico importante dove la presenza dell’orso da occasionale e di passaggio sta diventando abituale e stanziale, come dimostrano anche i recenti avvistamenti verso i boschi di Capracotta.
Il progetto, finanziato dall’Unione Europea, mira proprio a porre in essere delle buone pratiche per mitigare fino ad azzerare le possibili interazioni conflittuali tra la fauna selvatica, e l’orso marsicano in particolare, e le popolazioni residenti. Il gradino da cui partire è però culturale e cioè educare alla coesistenza, sensibilizzando appunto i residenti di zona, gli imprenditori agricoli, gli allevatori, gli apicoltori, prima ancora che le amministrazioni locali.
«Prevenire i danni che gli orsi possono arrecare alle colture o alle stalle, ai pollai, alle altre attività antropiche significa evitare, rimuovere, eliminare del tutto i possibili conflitti con la popolazione che abita questi luoghi» ha spiegato Valerio Reale, enterprise officer di Rewilding Apennines, che da qualche anno sta tentando di sviluppare una rete di imprese basata sulla natura che possano beneficiare delle attività rewilding in Appennino centrale. Insomma, il rapporto uomo-orso non deve essere necessariamente conflittuale, anzi, proprio la presenza dell’orso marsicano può apportare un valore aggiunto non solo all’immagine del territorio dell’Alto Molise, ma anche alle produzioni locali.
Dalla fondazione di una “Comunità a misura d’orso” alla creazione di una rete, anche economica e produttiva, che può beneficiare a livello di immagine della presenza stessa del plantigrado. Alcuni Comuni di zona, come appunto San Pietro Avellana e Vastogirardi hanno già sottoscritto il protocollo d’intesa con Rewilding Apennines.
I sindaci si sono impegnati a porre in essere alcune buone pratiche che aiutano a non avere problemi con l’orso: cassonetti della spazzatura, l’umido in particolare, che non siano accessibili agli orsi; rimozione della frutta matura lasciata sugli alberi; installazione di recinti elettrificati a tutela degli apiari; realizzazione di pollai a prova d’orso e porte di stalle, dispense o altro sempre a prova d’orso.
Entusiasta del progetto e della creazione sul posto di una comunità a misura d’orso la sindaca Simona De Caprio: «Da tempo collaboriamo con l’associazione Rewilding Apennines e siamo decisi a percorrere la via della mitigazione dei conflitti tra la popolazione e l’orso, nell’ottica della tutela di questo magnifico animale. Entriamo volentieri nel programma di protezione e faremo quanto di nostra competenza, a partire dai cassonetti dell’umido a prova d’orso che saranno installati nelle prossime settimane, per creare le condizioni per una pacifica convivenza tra uomo e orso qui in Alto Molise».
Francesco Bottone