• In evidenza
  • Spopolamento irreversibile, Pazzagli primo firmatario dell’appello per la salvaguardia delle aree interne

    «Ho lanciato questo appello, di cui sono il primo firmatario assieme a personalità importanti del mondo della cultura come Piero Bevilacqua, Vito Teti, Ilaria Agostini, Enzo Scandurra e Tomaso Montanari. Lanciato tramite l’Officina dei Saperi, un network di studiosi impegnati, e la Società dei territorialisti, un’altra rete di docenti e ricercatori che si occupano di territorio».

    Rossano Pazzagli, docente dell’Università del Molise e direttore della Scuola dei piccoli comuni di Castiglione Messer Marino è il primo firmatario e il promotore di un appello «per la salvaguardia e la rigenerazione dei paesi» che segue l’approvazione del cosiddetto Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne ad opera della cabina di regia istituita presso il Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

    Il punto maggiormente contestato è che il Governo si è limitato a prendere atto che in alcuni Comuni si può puntare soltanto ad un «accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile». 

    Un piccolo centro montano dell’Alto Vastese, Schiavi di Abruzzo (CH)

    «A parte l’uso violento del termine “irreversibile”, – scrive Pazzagli – ci si chiede come sia possibile misurare la condizione delle aree interne utilizzando gli stessi indicatori del modello che le ha marginalizzate, se si usano i parametri della crescita, della competitività, dell’attrattività. Si salvano solo i territori che contribuiscono alla Grande Macchina del profitto?».

    «Di fronte a questa analisi, assunta a strumento politico di governo, i Comuni delle aree interne, le loro comunità e le loro espressioni democratiche e civili non possono restare in silenzio. – continua Pazzagli – Noi intellettuali, studiose e studiosi delle aree interne, consci della funzione culturale e civile che ci è assegnata, lanciamo un appello alle istituzioni nazionali e regionali per una revisione del piano strategico per le aree interne e ci mettiamo a disposizione dei territori per una mobilitazione contro l’ipotesi governativa, per il riconoscimento del patrimonio territoriale presente nei piccoli comuni italiani, presidi di territori fragili, depositi di risorse, umanità e virtù civiche preziose anche per affrontare la crisi generale della società contemporanea». 

    Per adesioni scrivere all’indirizzo officinasaperi2016@gmail.com, indicando nome cognome, ente di afferenza, qualifica o professione.

    L’APPELLO COMPLETO QUI

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento