AGNONE – Riceviamo da Vincenzo Cimino, consigliere nazionale Ordine giornalisti, e pubblichiamo:
Gentile direttore,
rubo due minuti a lei e a suoi lettori per non far mancare un commento istituzionale dalla categoria, che segue la sua testata e i commenti sui social. Anche questi ultimi rientrano nel panorama comunicativo, specialmente quando raccolgono elementi utili che ci aiutano a comprendere la storture (anche cervellotiche) alle quali non ci abitueremo mai. Ma fino a quando a parlare sono dei semplici cittadini, possiamo e dobbiamo trarne tesoro per avviare un contatto, un confronto ed educarli ai principi sani dei giornalismo, ma quando, di contro, a scalfire il nostro ruolo sono rappresentanti istituzionali, resto dell’avviso che non possano farla franca. Che ne dica il vice sindaco di Agnone, sia ben chiaro che il suo giornale (e i pochi altri dell’alto Molise) non sono organi dell’ente provinciale del turismo. I giornalisti non sono delegati alla cura, al decoro, alla promozione ed al recupero del turismo, del patrimonio e della cultura di un’area geografica. Insistono sul territorio ma rappresentano la vigilanza sul sistema, la famosa schiena dritta. Diversamente dagli uffici stampa o peggio ancora dei portavoce giornalisti, le testate non hanno padrone e ragionano con la propria “penna”, sono e devono essere autonome per non perdere la credibilità, l’autorevolezza e la fiducia nel lettore. Guai se non fosse in questo modo! Così l’hanno voluta i padri dell’ordinamento, da Guido Gonella in poi, e così vogliamo che resti. Per questo motivo, caro direttore, sul viadotto Sente, sui disservizi al Caracciolo, sui problemi idrici a Poggio Sannita, sulla viabilità, sulle scuole, avete svolto un ottimo lavoro, per nulla condizionati da fattori esterni, nonostante la crisi incombente e una realtà arida di soldi e prospettive. Tuttavia la politica, specie quella locale, non tollera le eccessive critiche o spera siano messe in secondo piano, adducendo motivazioni che ai cronisti non devono interessare. Alla politica il compito della strategia, della programmazione, dell’intervento, anche con l’errore; al giornalista la severità del racconto di una realtà dei fatti, limpida e pura. Noi lavoriamo così, cara Linda Marcovecchio. Se non le garba, ce ne infischiamo e ci viene pure da ridere. Purtroppo per lei, la stampa asservita al signorotto di turno, o quella tanto cara alla piattaforma Rousseau, o peggio ancora, quella omissiva, non alberga in quelle piccole oasi di giornalisti “eroi” del Molise. La politica nazionale e regionale ci ha tolto fondi, spazzato vie copie, distrutto la distribuzione e cancellato rosee prospettive. La politica dei suoi colleghi amministratori sta annientando l’art. 21 della costituzione. Ciononostante, il diritto di critica e di satira, non potete togliercelo. Per questo motivo, prima di fare cenni e ritenere che il lavoro degli organi di informazioni, allontani la gente o inquini le prospettive turistiche, mi preoccuperei di ringraziare la stampa per il lavoro che svolge con la speranza che i disservizi non si ripetano.
Vincenzo Cimino
Consigliere nazionale Ordine Giornalisti