SCHIAVI DI ABRUZZO – Sabato 3 agosto a Schiavi di Abruzzo (CH) si terrà un importante dibattito culturale dal tema “Orme di Donna. Percorso nel tempo dalla donna del Sannio ad oggi“, con la presenza della docente di scuola secondaria di primo grado Marida De Menna e dello scrittore e giornalista Nicola Mastronardi. Con la sua eleganza e fine ironia l’attrice Pina Bellano, accompagnata da Anastasia Candeloro al violino, saprà con i suoi monologhi toccare gli animi dei presenti e lasciare spunti di riflessione e crescita.
Con il patrocinio del Comune di Schiavi di Abruzzo il “Centro Studi Alto Vastese e Valle del Trigno” in collaborazione con Nadia Menna danno appuntamento alle ore 18, presso l’ex ambulatorio medico, in via Circonvallazione.
Ci spiega il senso dell’iniziativa la sua ideatrice Nadia Menna: «Come da un’amicizia possano nascere idee meravigliose. Questa volta a sensibilizzare al rispetto della donna, purtroppo oggi vittima quotidiana di violenze, un percorso storico che delinei la figura femminile nel tempo, dalla donna italica ad oggi. Storia dell’antichità e storia attuale».
«Le fonti scritte di cui disponiamo sui Sabini sono essenzialmente quelle riferite da Livio e Plutarco relative alla tradizione delle origini di Roma. L’onore e il rispetto di cui godevano le donne italiche sono testimoniati da Plutarco nella Vita di Romolo, il quale dopo il ratto, concesse alle donne Sabine, ormai integrate nel contesto sociale della città, privilegi evidentemente consueti nella comunità di origine, e cioè l’esenzione da ogni lavoro e da ogni fatica, tranne la filatura della lana. Per molto tempo le donne sono state lasciate nell’ombra della storia. Poi hanno cominciato a uscirne, grazie anche allo sviluppo dell’antropologia, all’attenzione dedicata al tema della famiglia, all’affermarsi della storia della mentalità, che punta sul quotidiano, il privato, l’individuale. Soprattutto, è stato il movimento delle donne a portarle sul proscenio della storia, ponendo alcuni interrogativi sul loro passato e il loro futuro. E le donne hanno avviato, dentro e fuori l’università, la ricerca sulle loro antenate, per comprendere le radici del dominio subito e il significato dei rapporti tra i sessi attraverso il tempo e lo spazio. …Ma occorre guardarsi bene dal credere che le donne siano oggetto di storia in quanto tali. È il loro posto nella società, la loro ‘condizione’, i loro ruoli e il loro potere, il loro silenzio e la loro parola che intendiamo comprendere. È la varietà delle rappresentazioni della donna, di volta in volta Dea, Madonna, Strega… che vogliamo cogliere nella permanenza e nelle trasformazioni. Una storia di relazioni, che chiama in causa tutta la società, che è storia dei rapporti tra i sessi, e dunque anche storia degli uomini». (SCHMITT PANTEL 1984).
«… per le donne è necessario, ed ancor più oggi, in un momento in cui sembra che certe conquiste siano assodate e definitive, capire quali ne siano le origini, per poter maturare una chiara consapevolezza di se stesse. Una coscienza che cresce attraverso il confronto con l’altro genere, con le altre culture, con le altre donne, confronto che le metterà in grado di capire gli ambiti più consoni alla loro modalità di sentire, di pensare, di essere. La differenza sessuale… è anche indice di una diversa modalità di sentire, di relazionarsi agli altri, al mondo, alla stessa natura. In fondo ogni donna è potenzialmente madre, ha un rapporto con la natura più profondo rispetto all’uomo e ciò le consente di essere più vicina al vivente… ed è ciò che segna la differenza…». (ALES BELLO, PEZZELLA 2005, pp. 6-7).