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  • Accordi di confine, ecco il verbale del piano mai partito: prevedeva medici nefrologi per il “Caracciolo” di Agnone

    E’ slittata, per mancanza di tempo, martedì mattina in Consiglio regionale, la discussione della mozione di Greco, Primiani, Salvatore, Gravina, Fanelli e Facciolla, avente ad oggetto “Proposta di rilancio e valorizzazione dell’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone quale presidio di area particolarmente disagiata, attraverso l’inserimento nella rete formativa Unimol, il rafforzamento dell’offerta sanitaria e la tutela dei servizi esistenti“.

    I presidenti D’Alfonso e Frattura, delle Regioni Abruzzo e Molise

    Una mozione, certo, non fa primavera, parafrasando un vecchio adagio, ma comunque è un indirizzo politico che la Regione potrebbe dare ai commissari decisi, quasi per partito preso, a declassare l’ospedale di area disagiata di Agnone e a trasformarlo in una sorta di poliambulatorio a gestione infermieristica. La discussione della mozione slitta, dunque, al prossimo consiglio regionale, mentre non si hanno più notizie dei famosi accordi di confine tra Abruzzo e Molise, l’unico strumento che potrebbe seriamente ridisegnare un futuro operativo per il nosocomio agnonese.

    A tal proposito, tuttavia, in esclusiva per i nostri lettori, siamo in grado di pubblicare, per la prima volta a distanza di otto anni dalla sua firma, l’accordo bilaterale che nel dicembre del 2017 sottoscrissero proprio i rappresentanti politici e tecnici delle due Regioni Abruzzo e Molise. Mai come allora si andò vicini all’avvio degli accordi di confine, quegli stessi che oggi si vorrebbero riprendere, stando almeno alla recente mozione votata all’unanimità in Commissione sanità della Regione Abruzzo per iniziativa dei consiglieri Alessio Monaco e Vincenzo Menna. Dal Molise calma piatta, nessuno si è degnato di aprire bocca sull’argomento, come se non fosse affar loro.

    Ma torniamo al verbale dell’incontro presso la Direzione generale per la salute «volto a discutere delle problematiche connesse alla definizione dell’accordo bilaterale tra la Regione Abruzzo e la Regione Molise per il governo della mobilità sanitaria interregionale». Erano presenti, per il Molise, il direttore generale Lolita Gallo, Paola Sabatini direttrice del Servizio programmazione della rete ospedaliera e per l’Asrem, Antonio Lucchetti, allora direttore sanitario; per l’Abruzzo il direttore del Dipartimento salute, Angelo Muraglia e l’ingegner Italo Di Giuseppe, dell’ufficio mobilità sanitaria.

    Introdusse i lavori la dottoressa Gallo, che rappresentò «l’opportunità di pervenire alla definizione di un accordo bilaterale per il governo della mobilità sanitaria interregionale». La stessa Gallo rappresentò la possibilità di estendere le previsioni dell’accordo anche alla gestione dell’emergenza cardiovascolare notturna. Quindi la possibilità, per il Molise, di avvalersi, senza costi aggiuntivi, del laboratorio di Radiologia interventistica, angiografia ed emodinamica del “San Pio ” di Vasto. Il direttore Muraglia non solo accolse favorevolmente la proposta, ma ipotizzò di estendere la gestione dell’emergenza cardiovascolare realizzando un’integrazione tra i servizi assistenziali dei presidi sanitari coinvolti, cioè Vasto e Termoli.

    Di rimando la dottoressa Gallo avanzò la richiesta di «avvalersi del supporto del servizio di emergenza urgenza territoriale abruzzese con riferimento alle zone di confine dell’Alto Molise», quindi nei territori dei Comuni di Vastogirardi, San Pietro Avellana, Castel del Giudice, data la prossimità al presidio ospedaliero di Castel di Sangro. «In tal senso, – proseguì Gallo – anche rispetto all’area territoriale afferente la città di Agnone, considerata area montana di zona disagiata e quindi caratterizzata da condizioni geograficamente e meteorologicamente ostili, con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi di percorrenza, è auspicabile la collaborazione della Regione Abruzzo attraverso attività di supporto, presso il presidio ospedaliero di area disagiata “San Francesco Caracciolo” di Agnone, da parte di personale medico e infermieristico abruzzese».

    «In particolare nefrologi, – specificò la dottoressa Sabatini – a supporto del personale Asrem per la completa copertura del servizio Dialisi nel territorio agnonese». Il direttore Muraglia assicurò anche la copertura del servizio di elisoccorso «su tutta la direttrice a ridosso della linea di confine con la Regione Molise». «I presenti – chiude il verbale – concordano sull’opportunità di rimettere a specifici accordi interaziendali tra le Asl coinvolte, la definizione organizzativa e funzionale delle problematiche trattate, connesse all’emergenza urgenza».

    Gli attuali decisori della sanità molisana

    L’incontro si chiuse, con quell’accordo, alle ore 13,30 del 21 dicembre del 2017. Otto anni dopo di quel patto per la gestione della mobilità sanitaria e specificatamente dell’emergenza urgenza tra Abruzzo e Molise non c’è più traccia. Evidentemente le due aziende sanitarie non hanno avuto ancora tempo di stilare «specifici accordi interaziendali», oppure è venuta meno la volontà politica di procedere in tal senso. Eppure basterebbe riprendere quel documento da qualche cassetto della Regione, cambiare la data e farlo finalmente partire l’accordo di confine in materia sanitaria. E sarebbe anche il primo caso in Italia. 

    Francesco Bottone

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