La riscoperta di un tesoro d’arte sta catalizzando l’attenzione e l’ammirazione di visitatori provenienti da ogni angolo della regione: la mostra che espone 22 opere inedite di Antonio Pettinicchi, inaugurata lo scorso 25 ottobre a Palazzo Iacovone, continua a riscuotere un successo straordinario. L’ evento rappresenta non solo un viaggio nell’arte neorealista italiana, ma anche una finestra preziosa sulla formazione di un maestro che quest’anno avrebbe celebrato il suo centenario. I capolavori, datati ai primi anni ’50 e salvate dal macero a Napoli dall’avvocato poggese Giovanni Iacovone, rivelano la cifra stilistica di Pettinicchi, capace di esprimere con forza e intensità emotiva la vita rurale della sua terra. Tra queste anche un omaggio a Napoli, dove l’artista studiò presso l’Accademia delle Belle Arti.

L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’avvocato Domenico Iacovone, figlio di Giovanni, titolare di Palazzo Iacovone, casa natale di Cosmo Maria de Horatiis, padre e divulgatore dell’omiopatia italiana, nonché camerlengo di Francesco I di Bordone, re delle Due Sicilie. L’allestimento nel suggestivo frantoio ipogeo di Palazzo Iacovone, raro esempio di architettura storica e tra i pochi rimasti in vita nella Penisola, arricchisce ulteriormente l’esperienza espositiva. Domani – venerdì 31 ottobre – è attesa la visita di Paolo Pettinicchi, figlio dell’artista, che per la prima volta potrà ammirare da vicino queste opere emblematiche del percorso giovanile del padre, risvegliando un legame familiare e culturale profondo. La mostra proseguirà fino al 9 novembre, giorno in cui si svolgerà una conferenza con Italo Marinelli, curatore e appassionato d’arte, per una riflessione sulla preziosa eredità lasciata dal pittore molisano.
