«Avevamo le carte in regola, come ha dimostrato la Giustizia amministrativa. La Regione lo ha confermato con il parere favorevole della commissione che ha assegnato i famosi venti milioni di euro del bando borghi del PNRR al nostro Comune. Un ringraziamento a coloro che hanno contribuito e lavorato duramente per raggiungere questo importante risultato». Lino Gentile, eclettico sindaco-imprenditore di Castel del Giudice, commenta l’ormai conclamata assegnazione del corposo finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza alla sua operosa comunità. Una lunga vicenda giudiziaria, tra ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, che ha visto due piccoli centri montani dell’Alto Molise, Castel del Giudice appunto e Pietrabbondante, contendersi la straordinaria opportunità rappresentata dal finanziamento tra i più importanti mai visti nel piccolo Molise.
«Vogliamo portare avanti un percorso che stiamo portando avanti da diversi anni, – ha commentato il sindaco Gentile – una rigenerazione non soltanto fisica, ma anche sociale ed economica, perché siamo convinti che nei piccoli Comuni c’è il futuro del nostro Paese Italia. E lo vogliamo sperimentare con questa che è una grande opportunità. Rieto, avevamo già un percorso avviato in tal senso, ma con i venti milioni possiamo farlo in un tempo molto più ristretto e con obiettivi ancor più ambiziosi. Abbiamo messo in campo una serie di progetti importanti, soprattutto innovativi, perché solo con l’innovazione si vince la sfida e anche grazie ad un sistema articolato di competenze, che vede come partner in primis l’Università del Molise dalla quale arriverà un contributo importante». Straordinaria opportunità, dunque, per Castel del Giudice, già Comune pilota di tante esperienze virtuose per contrastare e addirittura invertire lo spopolamento, ma anche per l’intero territorio dell’Alto e Altissimo Molise.
«Ci sono dei progetti che già guardano all’intero territorio, uscendo dai “confini” di Castel del Giudice e addirittura oltre i confini della regione Molise. – conferma infatti il primo cittadino – Nella filosofia della missione che ci siamo dati, un piccolo Comune come il nostro deve diventare un modello pilota e noi siamo pronti ad affrontare la sfida». Attrattività per l’Appennino, per la famosa “terra di mezzo”, la montagna abitata, quella vissuta da millenni, ben altra cosa rispetto agli stereotipi della montagna basati sullo sfruttamento permesso, in maniera sempre più ridotta e marginale anche a causa del cambiamento climatico, dalle piste da sci ad esempio e dagli sport invernali. La parola chiave è una sola: rigenerazione, come più volte ribadito dallo stesso sindaco Gentile.
«L’ambizione è diventare un esempio guida per la rigenerazione e il rilancio di tutte le aree interne del Paese. – continua nel suo commento il primo cittadino – In parte lo abbiamo già fatto, nel corso del tempo, ora vogliamo mettere in campo una serie di azioni che siano attrattive e stimolanti per la micro-imprenditorialità, nuove forme di resilienza innovative, una scuola di rigenerazione territoriale, una comunità energetica che consenta di avere il cento per cento di energia autoprodotta. Tante, tantissime iniziative che hanno lo scopo di creare lavoro. Perché il lavoro è l’unico antidoto allo spopolamento. Per creare questo lavoro o questi lavori, ci vuole una sinergia, un approccio particolare e soprattutto non bisogna fare gli errori del passato, affidandoci quindi alle competenze e alle migliori esperienze del territorio appenninico su scala nazionale. Noi, con questo finanziamento, vogliamo sperimentare modelli che possano essere anche a servizio di altri territori».
Scendendo un po’ più nel concreto, il sindaco elenca alcuni degli obiettivi da centrare con quel corposo finanziamento, come ad esempio la creazione di una residenza per artisti da realizzare recuperando e ristrutturando alcuni immobili del centro storico completamente abbandonati già da diversi decenni. L’idea è quella di ospitare in paese artisti, anche internazionali, in modo da attrarre e innescare processi virtuosi e di visibilità inerenti la cultura e il variegato mondo dell’arte appunto. «Stiamo già studiando modelli innovativi e di collaborazione tra la comunità ospitante e l’artista ospitato». In un altro immobili in abbandono e disuso nascerà quella che il primo cittadino definisce una «scuola di rigenerazione».
«Questo sarà uno spazio a disposizione del complesso sistema delle competenze, – spiega Lino Gentile – dell’Università in particolare, ma anche di altri enti o amministrazioni, in sostanza per tutti coloro che studiano scientificamente e analiticamente come cambiare le sorti di un territorio, dell’Appennino in particolare, che sembra minato dallo spopolamento progressivo. Grazie a questa scuola andremo ad interrogarci, in maniera scientifica, sulle ragioni, sui modelli e sulle prospettive che hanno i territori per rigenerarsi. Sarà una scuola non solo molisana, ma anche nazionale ed europea. Abbiamo già in essere reti e collegamenti con diverse Università italiane e anche europee».
Francesco Bottone