La presentazione del libro di Sylwia Proniewicz “Baldassarre Labanca e la congiura del silenzio”, per le edizioni de Il Pozzo di Giacobbe, è stata l’occasione per una vivace e articolata discussione sulla figura del pensatore agnonese, figura di spicco nel panorama filosofico nazionale e internazionale tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Una figura, che ha patito nella sua carriera accademica difficoltà e discriminazioni per non essere iscrivibile, nel duro scontro in atto tra le culture dominanti, né alla corrente di pensiero di stampo positivistico e storicista né a quella ortodossa e clericale, ferocemente divise sia in campo accademico che politico negli anni della “questione romana”.
Un uomo che ha dedicato allo studio l’intera esistenza, tralasciando perfino di alimentarsi e riposare decentemente: si nutriva praticamente solo di biscotti ed anziché su un letto riposava su una poltrona, per avere a portata di mano gli amatissimi libri. Dopo la morte ha subito una sorta di damnatio memoriae che ha oscurato la sua opera di precursore degli studi di Storia del cristianesimo, di cui detenne presso l’Università di Roma la prima cattedra. Cattedra alla quale approdò dopo immani vicissitudini: basta dire che più volte pur avendo vinto un concorso l’incarico non gli venne assegnato per oscure ragioni. L’accurata ricerca di archivio e lo studio di un vasto epistolario hanno consentito all’autrice la ricostruzione di una vicenda che ha visto Baldassarre Labanca insegnare nei Licei di Chieti, Bari, Milano e Napoli e nelle Università di Padova e di Pisa ed infine, finalmente riconosciuti i suoi meriti, Roma. Sylwia Proniewicz è una appassionata studiosa che ha già dedicato a Baldassarre Labanca la tesi di dottorato e l’edizione critica dei “Ricordi Autobiografici-Il mio testamento”, trascorrendo in Agnone un lungo periodo di studi durante il quale ha intessuto legami di profonda amicizia con la comunità agnonese, ospite tra l’altro, come ha dichiarato con un toccante ricordo, della famiglia di Franco Di Nucci.
Dottoressa di ricerca in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana, insegna nella Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Del libro e della figura di Baldassarre Labanca hanno discusso Pasquale Falasca, di Schiavi D’Abruzzo, originale e coltissima figura di cultore di studi filosofici ed il professor Sergio Tanzarella, ordinario di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli e professore invitato presso l’Università Gregoriana di Roma, ex parlamentare nella Camera dei deputati dal 1994 al 1996 che, proprio in seguito agli studi su Labanca, ha conosciuto ed apprezzato Agnone fino a prendere casa nella cittadina. Mentre Falasca ha delineato la figura di Baldassarre Labanca nella cornice culturale del suo tempo, Tanzarella ha posto la questione degli ulteriori sviluppi che potrà assumere lo studio della sua enorme produzione letteraria, in particolare della necessità di ricostruire al meglio lo sterminato epistolario che Labanca aveva con i maggiori intellettuali del suo tempo. Nel suo intervento, senza mezzi termini, ha definito folle, per i rischi di dispersione e perdite, la decisione di spostare dalla sala in cui era custodito l’archivio degli scritti del Labanca.
Marcella Amicone, presidente del Centro Studi Alto Molise ha ricordato le iniziative dell’associazione, mentre Franco Paolantonio, presidente della Fondazione Atene del Sannio, ha posto con forza la questione, già sollevata dal professor Mino Gabriele e da una campagna di stampa avviata da Primo Piano Molise e dal periodico l’Eco de l’Alto Molise, del terzo soffitto ligneo della biblioteca tuttora in attesa di un urgente restauro, indicando al sindaco, Daniele Saia ed all’assessore Giovanni Di Nucci, anch’essi intervenuti, la strada dell’art bonus per avviare a soluzione un problema di vitale importanza, anche in prospettiva dell’auspicata nomina di Agnone a Capitale italiana della cultura 2026. Il tutto coordinato alla perfezione da Francesco Paolo Tanzj a cui va il merito di aver promosso nel lontano 1990 con una delle prime e più importanti iniziative del Centro Studi Alto Molise un convegno che riaccese l’interesse degli studiosi sulla figura di Baldassarre Labanca: un interesse che grazie al nuovo libro di Sylwia Proniewicz ha raggiunto l’ennesima tappa di un percorso di studi e ricerche che speriamo possa continuare nei prossimi anni.
Italo Marinelli