Porta la firma di don Francesco Martino, in qualità di vice segretario dell’associazione emodializzati di Abruzzo e Molise, l’appello, che è anche una denuncia pubblica, della situazione precaria dei servizi di nefrologia con particolare riferimento a quelli della dialisi. L’associazione che rappresenta e tutela i dializzati, in una nota stampa, sottolinea «con preoccupazione le carenze sempre più in aumento delle Reti Nefrodialitiche in Abruzzo e Molise, che rischiano di rendere sempre più precaria l’assistenza per i pazienti nefropatici delle due regioni, limita la necessaria attività di prevenzione per gli stadi iniziali della malattia, oltre che rende difficile il seguire efficacemente i pazienti in dialisi domiciliare, peritoineale ed emodialisi».

Il problema, secondo don Martino e la segretaria dell’Aned, Marina Stoppani, non è solo di natura economica, ma di mancanza di risorse umane in un futuro prossimo, soprattutto mediche. Solo per fare un esempio quest’anno al corso di specializzazione in Nefrologia dell’Università di Chieti, per la prima volta, si sono iscritti zero studenti. In prospettiva, facendo una proiezione a pochi anni, ci sarà una consistente riduzione dei medici nefrologi e già in Molise si riscontra questa situazione, con «la fuga di medici nefrologi dai reparti e servizi presenti in Regione» che «desta preoccupazione non indifferente». Parlando più in dettaglio della realtà dell’Alto Molise, l’Aned censura il comportamento di Regione Molise ed Asrem relativamente all’acquisto delle apparecchiature elettromedicali. Infatti, spiega don Francesco Martino, «è stato previsto l’acquisto di oltre quaranta letti bilancia per Venafro, Termoli e Campobasso, ma non quello di due bioosmosi moderne per sostituire le obsolete e non perfettamente sicure vecchie osmosi di Agnone e Venafro, nonostante da anni si sta chiedendo questo investimento di centoventimila euro, cosa che mette in pericolo tali strutture».

L’Aned critica e respinge anche la volontà dell’Asrem di trasformare, nel prossimo futuro, il reparto dialisi attualmente operativo ad Agnone, in un centro di assistenza limitata di emodialisi. «Il recupero dei medici che si avrebbe è risibile, in quanto, essendone in via di pensionamento uno, si avrebbero giusto tre medici concentrati a Termoli e Isernia per mantenere con sufficienza i servizi ivi presenti, dove si svolgono quattro turni trisettimanali di emodialisi. – spiega don Martino – Inoltre, occorre un investimento per la sicurezza, in quanto Agnone, Venafro e Larino diventando centri senza medico, che sarà presente solo un giorno la settimana o in modalità telematica o via telefonica. Inoltre, – chiude l’ex cappellano del “Caracciolo” – rispetto ad un centro emodialisi con medico, tali Centri di Assistenza Limitata di Emodialisi possono accogliere il quaranta per cento dei pazienti attuali, per cui andrebbe seriamente valutato il benchmark costi/benefici e se tale organizzazione non si riveli antieconomica. Per i pazienti del territorio che non possono essere più accolti, compresi gli estivi, si pone il problema del trasporto, che in Regione Molise non è garantito».
«Per Agnone, collegato alla unità operativa complessa di Nefrologia ed Emodialisi, date le distanze dagli ospedali di Isernia o Termoli, è necessario mantenere l’organizzazione attuale» chiude don Francesco Martino.