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  • Dimenticata in una cassaforte, rinvenuta una pistola in un Comune dell’Alto Molise

    La parola usata per definire quanto accaduto è “rinvenimento” e riguarda un’arma da fuoco, una pistola per la precisione. Rinvenimenti di armi da fuoco ne avvengono di continuo, soprattutto in casolari di campagna, magari disabitati da decenni. Nel dopoguerra la circolazione di armi tra i cittadini era piuttosto diffusa, non solo armi da caccia, ma anche pistole, utilizzate durante le fasi della guerra civile ad esempio. Si tratta di oggetti che spesso non recano neanche il numero di matricola.

    La vicenda di oggi, però, è piuttosto singolare, perché il rinvenimento non è avvenuto in una masseria diruta e sperduta nel bosco, ma negli uffici del Municipio di San Pietro Avellana. Durante le ricerche di documentazione negli archivi e negli uffici del Comune, infatti, è stata rinvenuta all’interno dei locali adibiti all’ufficio anagrafe una pistola marca Beretta calibro 7,65 munita di due caricatori e alcune cartucce. Il personale che ha fatto la scoperta ha immediatamente avvisato la sindaca Simona Di Caprio, che si è recata sul posto in qualità di autorità locale di pubblica sicurezza. La stessa ha provveduto a consegnare l’arma e il relativo munizionamento alla locale stazione Carabinieri. La legge 110/75 infatti prescrive che «Chiunque rinvenga un’arma o parti di essa è tenuto ad effettuarne immediatamente il deposito presso l’ufficio locale di pubblica sicurezza o, in mancanza, presso il più̀ vicino comando dei Carabinieri che ne rilasciano apposita ricevuta». Intanto il Comune ha eseguito una «approfondita ricerca» tra gli atti conservati nell’archivio, all’esito della quale «non è stata rinvenuta alcuna documentazione relativa all’arma in parola che presumibilmente – si legge in una delibera di Giunta dell’ente medesimo – era stata assegnata al vigile ed è stata riconsegnata dallo stesso all’atto della cessazione dal servizio per collocamento a riposo».

    Una documentazione deve esserci, perché non è possibile che la Guardia municipale avesse in dotazione un’arma senza la relativa assegnazione e autorizzazione, ma al momento non è stato possibile reperirla presso gli uffici del Comune. Pertanto, in attesa dei successivi e consequenziali adempimenti, la pistola, i caricatori e le munizioni residue sono stati consegnati presso la stazione Carabinieri, nelle mani del maresciallo comandante Luca Marcovecchio e lì detenuti all’interno della armeria. Dal numero di matricola impresso sulla pistola i militari dovrebbero riuscire a risalire all’identità di chi aveva in carico quell’arma.

    A quel punto l’arma, in qualche misura regolarizzata, potrebbe essere nuovamente assegnata in custodia al Municipio e alla sindaca che è autorità di pubblica sicurezza e potrebbe, in forza del suo status, girare armata sul territorio comunale se solo lo volesse, oppure avviata a distruzione. L’alternativa più sensata è che la pistola venga rilevata da un privato munito del titolo autorizzativo alla detenzione, previa apposita delibera di giunta municipale che ne autorizzi la cessione.  

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